46) Il mittente.

La testa comincia subito ad elaborare mille idee sul possibile mittente. È un gesto davvero carino, ma il significato può variare molto, proprio in base a chi l’ha inviato. Mamma interrompe il flusso di pensieri:

“Allora che c’è scritto?? Chi l’ha inviato? ”
“Non c’è un mittente. Solo una dedica.”

Le passo il bigliettino, affinché possa leggerlo, è evidente che non sta più nella pelle.

“Woooow! Che romanticismo! Beh mi sembra ovvio che si tratti del ragazzo che stai frequentando no?”

Non farebbe una piega, se non fosse che ho appena passato la notte con lui, ma di certo non posso dire questo a mamma, dato che mi crede un’innocente reduce di un pigiama party al femminile.

“Non credo si tratti di lui mamma.”
“Perché?”
“Perché la parola riconquistare non avrebbe senso. Tra noi sta andando tutto molto bene. No, non può essere di Lorenzo.”

Mister X è il primo escluso dalla lista ed è anche meglio che non sappia mai dell’esistenza di questo mazzo. Non ho altro tempo da perdere, devo prepararmi per andare a lavoro. Salgo le scale per vestirmi e nel frattempo stilo mentalmente una lista dei possibili artefici. Non è poi così difficile. I candidati non sono molti:

1) Primo su tutti: Marco. Non è il tipo da mazzo di fiori ma è anche colui che fa gesti eclatanti dal nulla. Quello che non misura parole e gesti. Magari potrebbe averlo fatto in un attimo d’istinto e follia. La parola “riconquistare” avrebbe di certo un senso, se pur totalmente fuori tempo e luogo. Abbiamo bisticciato di nuovo dopo il messaggio dell’altra sera ma non credo che questo possa portare ad un mazzo di fiori. L’unica cosa che potrebbe renderlo il mittente, è proprio la sua totale follia. Potrebbe trattarsi quindi di un mazzo folle.

2) Xavier. È da molto che non lo sento e a dir il vero come amico mi manca anche un po’. Potrebbe essere un gesto per provare a riavvicinarsi a me. Il classico romanticismo latino. Magari mi crede arrabbiata e offesa per il fatto che si è avvicinato a Chiara e questo è uno dei suoi modi per chiedermi perdono. Un mazzo d’amicizia e di scuse.

3) Lorenzo. È il più improbabile ma non posso escluderlo. È un po’ pazzo pure lui. Non mi stupirei troppo se avesse progettato l’arrivo del mazzo, pur avendo passato la notte insieme. In fondo mi ha conquistata lasciandomi un biglietto anonimo sull’auto. È un gesto da lui. Sarebbe un mazzo di passione.

Mazzo folle, mazzo di scuse o mazzo di passione?

sagoma_di_uomo_con_punto_interrogativo

Passerò la giornata ad arrovellarmi il cervello non c’è dubbio. Ora però testa in spalle e andiamo a lavoro. Esco di casa e saluto mamma, che sembra essere più contenta di me per il mazzo ricevuto. È in cucina intenta a metterlo in un bel vaso d’acqua, affinché non si secchi. Mamma è un’inguaribile romantica. La lascio fare, le stampo un bacio e vado via.

La giornata lavorativa comincia frenetica, essendo venerdì c’è un bel giro di clienti. Tutte in cerca dell’abito o dell’accessorio giusto da sfoggiare nel fine settimana. In un attimo si fa già ora di pranzo. Vado al mio solito bar e ordino un’insalatona con un tramezzino. Lo smartphone vibra, Lorenzo mi sta chiamando.

“Ciao piccola! Come va’?”

“Ciao! Bene bene! Una mattinata intensa, tu?”

“Idem, oggi sono finito davvero fuori zona. Credo che tornerò stasera sul tardi e cotto a puntino.”

“Ne approfitterò per vedere le ragazze allora.”

“Fai bene! E scusati con loro ancora per ieri! Ma non devi dirmi nulla?!?”

Umm la testolina comincia a pensare se sto dimenticando qualcosa. Cosa intende? Cosa vuole dire? Non starà per caso facendo riferimento al mazzo? Non posso permettermi di fare gaffe di questo tipo, prima di tirarmi la zappa sui piedi, devo capire meglio di cosa sta parlando. Il malinteso in questa circostanza, potrebbe essere fatale.

“Cosa intendi? Potrei doverti dire mille cose.”

Cerco di fare la vaga ma la paura di incartarmi è dietro l’angolo. Mister X è una persona molto intelligente. Non posso sbagliare.

“Vuoi dirmi che non hai trovato ancora nessuna sorpresa?”

Cazzo! Parla del mazzo allora. O forse no? Panico. Come se non bastasse in questo stesso istante entra nel bar Marco. Incrociamo subito gli sguardi e lui mi fa l’occhiolino. Maledizione. Sono tra due fuochi. Comincio a pensare che forse il mittente potrebbe essere Marco e che mi abbia appena fatto l’occhiolino per lasciarmi intendere il resto. Sono nel bel mezzo di un dilemma. Lorenzo-Marco, Marco-Lorenzo.

Lorenzo richiama la mia attenzione al telefono.

“Ehi Aisha! Ci sei?”

La sua voce mi fa tornare sulla terra. Devo elaborare una risposta, ora. Forse far finta di non capire a cosa faccia riferimento è la cosa migliore. Finché non uscirà la parola ‘mazzo’ dalla sua bocca, è meglio che io stia in silenzio.

“Si si scusami ci sono. Comunque no, non ho trovato nulla. Di che sorpresa parli? Cosa hai combinato questa volta Mister X?”

“Apri la borsetta.”

La borsetta? Sto andando in confusione, ma eseguo meccanicamente l’azione. Tra le mie cianfrusaglie facendo attenzione, noto un bigliettino. Sto per uscire dall’enigma. Grazie al cielo! Sarebbe tutto più facile, se Marco mi togliesse gli occhi di dosso. Mi sento osservata da lui e in qualche modo anche da Lorenzo. Entrambi sanno che sto mettendo le mani nella mia borsetta. Destino mio, vuoi davvero farmi diventare pazza. Cerco di concentrarmi e leggo il bigliettino:

——-Un dolce pensiero alla mia bella. ———-

Un sorriso spontaneo si fa subito spazio sul mio viso. Osservo meglio l’interno della borsa e trovo un Lindt. Adoro.

“Grazie!!! È il mio cioccolatino preferito. Dopo il caffè lo mangerò e ti penserò! Peccato che non sarai così dolce per sempre.”

“Mai dire mai!”

Ci salutiamo e concludiamo così la conversazione. Per fortuna nella telefonata non ho parlato troppo, facendo riferimento al mazzo. Avrei combinato i miei soliti macelli. Fatto sta, che posso ufficialmente togliere Lorenzo dalla lista dei possibili mittenti. Marco o Xavier? Mangio la mia bella insalatona in preda a questi pensieri. Continuo però a sentirmi osservata. Marco è ancora nel locale. L’idea di alzare gli occhi dal piatto mi spaventa, non ho voglia di incrociare il suo pericoloso sguardo. E se non fosse qui per caso? In fin dei conti sa benissimo che pranzo abitualmente in questo bar. Se fosse venuto proprio per via del mazzo? Mille domande a cui ho paura di dare una reale risposta. Ecco. Si avvicina.

“Ciao!”

Non ho via d’uscita, devo alzare gli occhi dall’insalata, anche perché ormai non ne è rimasta neanche una foglia.

“Ciao!”

“Posso ancora salutarti in pubblico o mi è vietato?”

Eccolo, lui e il suo solito tono da sbruffoncello.

“Certo che puoi. Salutare è lecito.”

“E cosa non è lecito?”

Se dovessi rispondere d’istinto, direi: “Inviare un mazzo di fiori.” ma mi devo limitare. Nessuno può assicurarmi che sia stato lui, quindi niente sparate. Respiro, conto fino a dieci e scelgo la via della diplomazia:

“Lo sai benissimo. Sei intelligente per capirlo da solo.”

“Grazie per l’intelligente. Tutto bene comunque?”

La sua domanda mi sorprende. Mi aspettavo che proseguisse la sfida con una risposta molto più pungente.

“Sì, ti ringrazio. Tu?”

“Me la cavo. La tua mamma come sta?”

Siamo sulla mezza via tra la sviolinata e la volontà di far leva su argomentazioni alle quali non potrei mai rispondere con acidità.

“Molto bene!”

Sposta la sedia davanti a lui e fa per sedersi:

“Non ti dispiace se mi siedo vero? Sono abbastanza intelligente da capire che è lecito farlo.”

Rimango pietrificata, mi sta dichiaratamente mettendo alla prova. Il batticuore comincia a farsi avanti, ma cerco di mantenere la calma. Se gli impedissi di sedersi, vorrebbe dire dargli moltissima importanza, quindi meglio lasciarlo fare. Siamo seduti, al bar, in un locale pubblico, non può accadere niente di male.

“Fai pure, tanto ho solo altri dieci minuti, poi devo rientrare.”

In realtà mi resta ancora mezz’ora abbondante di pausa, ma prima scappo da questa situazione, meglio è per tutti.

“Giusto il tempo per scroccarti un caffè.”

È proprio lui, non è cambiato di una virgola. Stronzo, spregiudicato e senza regole, ma devo ammettere che ha sempre il suo fascino.

 

 

 

4 Replies to “46) Il mittente.”

  1. Sinceramente…si, l’ avrei fatto sedere,anche perchè nn credo sia stato lui ad inviare il mazzo!
    Ho subito pensato ad un altro uomo…che nn è neanche Xavier!!! 😉
    Continua a tenermi compagnia con la tua storia…
    😊

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    1. Woooow vogliamo complicare ulteriormente la vita sentimentale alla nostra Aisha! Un altro uomo?!? Belle mi piacciono le vostre ipotesi! Al prossimo capitolo per la soluzione dell’enigma 😉 Ciao!

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