Infilo le mani nelle tasche e vado verso l’auto. Fa freddo, l’autunno ha decisamente iniziato ad evolversi, tra un attimo il giubbotto di pelle non basterà più. Non so se sono pronta alla stagione fredda. L’autunno e l’inverno sono piacevoli solo se si ha il cuore già caldo ed io attualmente c’è l’ho confuso e gelato. Avrei tanta voglia di scaldarlo un po’. Se solo bastasse infilarlo per qualche istante nelle tasche, come per le mani. Ripercorro a piedi le vie interne del paese, lo stesso percorso dell’andata ma con uno stato d’animo opposto a prima. Qualche ora fa, camminavo serena, perché ero sicura di andare da Alice e di trovare un po’ di pace. Ora invece non sono certa di nulla, a dire il vero non so neanche bene dove sto andando. Sono piena di domande per la testa. Papà chiamerà? Quella ragazza è la nuova fiamma di Marco? Sarà importante per lui? E Lorenzo cosa starà combinando in questi giorni? Mi starà pensando? Potrebbe essere ovunque ed non lo posso sapere. Ho un passo stranamente lento, quello che contraddistingue solitamente le persone senza una precisa meta. Abitualmente cammino velocemente e so bene dove devo andare, quanto tempo ho per farlo e cosa devo fare. Tendo ad avere sempre il pieno controllo delle cose, oggi no. Sto ciondolando per le vie. In questo periodo, è evidente che più di qualcosa mi sta sfuggendo di mano. Vagabondo confusa, tra i sentimenti più diversi.
Il paese è tranquillo, non ci sono molte persone per strada. Incrocio solo una giovane coppia, che si tiene per mano con le dita intrecciate le une tra le altre, proprio come piace a me. Quel tenersi per mano forte e deciso. Quanta invidia. Scherzano e ridono, sono felici e scommetto anche che non hanno per niente freddo. Loro sì che hanno il cuore caldo. Lo smartphone finalmente vibra. Spero con tutta me stessa che sia papà. Nella schermata appare però il numero di mamma. Vorrà sicuramente sapere, se papà mi ha chiamata e dirle di no mi pesa da matti. So che ci rimarrebbe male, tanto quanto me. Anzi due volte forse: come donna e come madre. Rispondo.
“Ciao mami!”
“Ciao, allora? Ha chiamato? Dove andrete a cena?”
Sento l’entusiasmo vivo nella sua voce, come faccio a dirle che non l’ho ancora sentito? Decido di mentire. Consapevole che se poi la chiamata non dovesse arrivare, avrò fatto una gran bella cazzata e in qualche modo dovrò rimediare.
“Sì sì mamma! Andremo a mangiare una pizza qui vicino. Lo vedrò tra un’oretta!”
“Bene tesoro mio, sono troppo felice per te! Goditi questa serata e dimenticati del rancore. È il sentimento più inutile che esista. Ti voglio bene piccola!”
Mi si sbriciola il cuore a sentire queste parole. Chiama cazzo, chiama e vedi di farlo subito.
“Certo mamma tu stai tranquilla, a dopo! Ti lascio che sono di fretta.”
Riattacco e non so davvero che fare. La realtà è molto diversa da quello che ho raccontato a mamma. Sono per strada, senza meta e senza alcuna fretta, questa è la verità. Ma perché non chiama? Cammino sempre più lentamente, come se rallentare il passo, potesse concedere a lui più tempo per chiamare. Peccato che questo non cambi nulla. Potrei benissimo prendere l’iniziativa e chiamarlo ma non lo farò mai, tocca solo lui questa volta. Questione d’orgoglio e di principio, non mi smuovo. Ecco! Lo smartphone vibra, di nuovo. Fa che sia la volta buona dannazione. Si tratta di un messaggio. Papà:
-Ciao piccola stella, mi piange il cuore ma sono intrappolato con il lavoro. Stasera non riesco proprio a raggiungerti. Scusa. –
SBAM. Trafitta, colpita, a tappeto. Rimango con il telefono tra le mani fredde. Leggo e rileggo il messaggio ma il contenuto non cambia. Non c’è molto da capire, papà non verrà. Fanculo! Non avrei mai dovuto crederci. Starà sicuramente mentendo. Scappa di nuovo, con la coda tra le gambe. Maledetto! Perché diavolo si è fatto sentire se non ha le palle per andare fino in fondo? Avevo imparato a vivere bene senza di lui, ero serena e convinta di poterlo essere per sempre. Risentirlo però aveva acceso in me una curiosità enorme. La curiosità di scoprire nuovamente cosa vuol dire avere un papà. Dentro di me, ad esser sincera, ero anche piena d’aspettative. Me l’ero immaginata di nuovo attivamente nella mia vita. Illusa. Ovviamente non risponderò a questo messaggio, non merita alcuna ulteriore attenzione, non merita nulla. Adesso che faccio? Non ho alcuna voglia di tornare a casa da mamma, non avrei la forza di dirle la verità. Tornerei da Alice ma è in palestra. Chiara non sa nulla della storia di papà e non ho voglia di dover raccontare tutto da capo. Xavier di solito è un valido confidente ma non mi sento di chiamarlo, non mi pare il caso dato che ho appena saputo della storia con Chiara. Chi rimane? Forse proprio colui che ho più voglia di vedere in assoluto: Lorenzo. Avrei un’immensa voglia di correre tra le sue braccia. Avrei bisogno del senso di protezione, che lui riesce a darmi. Andrò da lui, ho deciso. Al diavolo ogni riflessione. Accelero nuovamente il passo. Ora mi riconosco, so benissimo dove sto andando e voglio arrivare da lui al più presto. La rabbia che ha smosso questo messaggio, mi ha decisamente risvegliata. Accendo l’auto e premo l’acceleratore. Sono agitata. Razionalmente so benissimo che Lorenzo è arrabbiato con me, che piombarmi a casa sua forse non è una buona idea, che potrebbe anche non essere a casa, che potrebbe non aprirmi etc. Ma sai che c’è?!? Non me ne frega niente. Correrò tutti questi rischi. Ho voglia di ascoltare l’istinto. Arrivo davanti a casa sua, c’è una luce accesa. Bene! Parcheggio l’auto. Mi faccio coraggio. Raccolgo tutti i miei buoni propositi e arrivo davanti al campanello. Solo qualche centimetro divide il mio dito dal pulsante. Sarei ancora in tempo per tirarmi indietro ma non lo farò. Sono decisa.
DRIIIIIIN
Fatto. Batticuore a mille e agitazione alle stelle. La porta si apre e davanti a me appare una gran bella donna. Cazzo, non me lo aspettavo. Ero pronta a vedere Lorenzo. Vorrei sotterrarmi, scomparire all’istante. Chi è? Ho avuto una pessima idea, non sarei mai dovuta venire qui. Me lo dico sempre: le azioni hanno delle conseguenze e ora non posso far altro che subirle. La signora dal bell’aspetto mi parla:
“Buonasera, lei chi è?”
Chi diavolo sei tu, vorrai dire, ma faccio un respiro profondo. Vivo in un mondo civile, devo cercare di trattenere ogni istinto primordiale.
” Buonasera! Sono Aisha, un’amica di Lorenzo.”
“Piacere Katia. Lorenzo al momento non è in casa, dovrebbe rientrare tra mezz’ora.”
E cosa ci fai tu a casa di Mister X, se lui non è un casa? Non ha proprio l’aria di essere una signora delle pulizie, con quelle unghie rosso fuoco e quei lucenti capelli castani, tenuti in ordine da un’impeccabile messa in piega. Ha sicuramente qualche anno più di Lorenzo ma non mi stupisce che lui possa piacere anche a questo target di donna. In fin dei conti lui dimostra qualche anno in più e a parlarci insieme, capisci subito, che è un tipo maturo. Potrebbe piacere a tutte le donne, non c’è dubbio. Si crea un attimo di silenzio, non so che dirle. Interviene lei per me:
“Vuole chiamarlo signorina? Io sto andando via, non posso trattenermi oltre.”
Ci manca solo che ora stiamo qui ad aspettarlo insieme. La ragazzina e la super ‘milf’. Splendida coppia. L’unica cosa che non capisco, è come faccia lei ad esser così tranquilla. Non le sembra strana la mia presenza? Magari le milf non sono gelose. L’unica cosa da fare è quella di girare i tacchi.
“No no, non si preoccupi, vado via. Lo chiamerò!”
Mi volto e torno verso l’auto. Incazzata, delusa e incredula. Attorno a me rimane solo una montagna di terra bruciata.
( La situazione ha tutta l’aria di essere giunta al capolinea. Come reagirà la nostra Aisha? Chi l’ha dura, la vince.) A presto! Buone feste e… CoNnEtTiAmOci