5) Immobile, con le spalle al muro e il suo sapore addosso.

Inevitabilmente si accorge subito della mia presenza.

Il problema è che, per raggiungere il tavolo dei ragazzi, dovrà passare maledettamente vicino al mio. Un’azione che pur durando una manciata di secondi, mi sembra la più lunga delle torture. Mi sforzo di far finta di nulla. Alice coglie la mia difficoltà. Comincia un discorso a caso, interpellandomi subito, per fare in modo che le debba rispondere, evitandomi di rimaner immobile come uno stoccafisso. Le rispondo ma sento subito, vicinissimo a me, quel cavolo di profumo, che riconoscerei ovunque. Passa dietro la sedia, tanto tanto tanto vicino e mi sfiora volontariamente la spalla.

Ovviamente non saluta nessuno. Passa dritto. Sa bene, che i suoi saluti a questo tavolo non sono desiderati e orgoglioso com’è, non rischierebbe mai di non esser corrisposto. Prosegue e si siede al tavolo, vicino a Stefano.

Chiara:

“É pessimo, mi fa solo ridere. Si sente dio in terra, peccato che oltre al bel faccino, non abbia proprio nulla.”

Evito la risposta, perché in realtà sarei in grado di elencarle altre mille cose belle di lui. Peccato però che le brutte siano mille e uno. Chiedo alle ragazze di andarcene.

Alice: “Non esiste. Noi non ci muoviamo da qui. É lui quello di troppo e le tue scelte più banali, come quella di stare liberamente seduta al bar, non devono più dipendere dalla sua esistenza.”

Facile fare i maestri di vita, quando a spezzarsi è il cuore degli altri. Vorrei vedere loro due al mio posto.

Senza rendermene conto, sto criticando le mie amiche a causa sua. SOS, sono nel pallone. Razionalizzo, respiro e le parole di Alice mi sembrano già essere quelle giuste.

Continuiamo i nostri discorsi, ad un certo punto mi alzo e mi dirigo verso il bagno.

Chiudo la porta della toilette e sento qualcuno entrare nell’antibagno. Per un attimo fantastico su quanto sarebbe bello, se fosse lui. Poi mi rendo conto, che sto decisamente immaginando troppo. Tiro lo sciacquone ed esco.

É lui cazzo.

Me lo trovo davanti. Non me lo aspettavo, l’antibagno è piccolissimo, quindi siamo estremamente vicini e come se non bastasse, mi spinge dentro la porta della toilette e se la chiude alle spalle.

“Ora non puoi più scappare.”

“Togliti, fammi uscire.”

Mi sforzo di non guardarlo negli occhi, perché so che non resisterei, lo bacerei subito, in fondo mi mancano i suoi baci.

“Dimmi che non hai voglia di baciarmi e ti lascio uscire.”

Non riesco a parlare, o forse non voglio.

“Dimmelo.”

Alzo un attimo lo sguardo e…mi bacia. Mi bacia per bene, come sa fare lui. Con quei movimenti lenti e sensuali che mi sciolgono. Mi morde il labbro, esattamente come adoro che venga fatto.

“Aisha tutto ok? Che succede?”

Una voce femminile mi risveglia tutto d’un tratto. Mi scosto da lui e connetto che è di Alice. Si trova al di là della porta, nell’antibagno. Continua a bussare.

Lui mi guarda dritta negli occhi e sussurra:

“Non è con le tue amiche che vorrei avere una relazione ma con te.”

Apre la porta, schiva Alice, senza dirle una parola e se ne va.

Rimango immobile, con le spalle al muro e con il suo sapore addosso.

Alice: “Che diavolo è successo Aisha?”

Non ho proprio voglia di parlarle, sono scossa e forse le rispondo troppo di getto:

“Niente e credo proprio che non saresti dovuta venire qui.”

Lei rimane basita dalla mia freddezza.

“Ti da di volta il cervello? Basta che ti segua in bagno per dimenticarti dell’altro giorno?”

“Sono grande abbastanza Alice, posso commettere i miei errori. Ti sei intromessa. La questione, per quanti consigli e confidenze possa farti, la devo sempre e comunque gestire io. E se vogliamo proprio dirla tutta, l’avevo detto di andarcene da qui, sei tu che mi hai convinta a rimanere.”

Alice profondamente risentita delle mie parole, va via. Se restasse, probabilmente non potrebbe controllare le parole.

Cerco di riprendermi un attimo. Troppe cose insieme. Lui che mi travolge in quelle incontrollabili emozioni e io che litigo con Alice. Mi sciacquo la faccia, mi ricompongo e torno al tavolo.

Lui se n’è andato e Chiara è al tavolo da sola, anche Alice non c’è più.

Chiara: “Cos’è successo? Alice è andata via furiosa.”

“É entrata in bagno, finché mi trovavo lì con Marco. Le ho solo fatto capire, che deve stare al suo posto. Non può decidere per me, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.”

Chiara fa un profondo respiro. Credo che stia cercando dentro se, tutta la diplomazia che le serve per rispondere.

Non parlerebbe mai male, né di Alice, né di me, pur sapendo in cuor suo, che una delle due ha sicuramente sbagliato.

Ma chi ha sbagliato?

“Credo che la situazione sia sfuggita di mano a tutti. Avete esagerato. Qualsiasi cosa accada, non credo sia un pretesto per farci litigare, per un uomo poi!”

“Ti ci metti anche tu Chiara? Lo volete capire o no, che per quanto stronzo possa essere, provo qualcosa per lui e non mi è così facile stargli lontano?!? Smettetela di darmi questi consigli da manuale, i sentimenti non funzionano così.”

Riesco per un attimo, a lasciare senza parole anche Chiara, alla quale solitamente non mancano mai. Normalmente ha sempre la risposta pronta. Sappiamo entrambe che ogni parola in più, o apparentemente sbagliata, ora come ora, potrebbe causare le più stupide incomprensioni.

Lei rompe il ghiaccio:

“Reset Aisha, ricominciamo da capo. Questa non è assolutamente la giusta direzione. Nessuno vuole importi niente. Devi capire che l’unica cosa che ci sta a cuore, sei tu e la tua serenità. Da quando è cominciata la storia con lui, tu sei per il 40% delle volte felice ma il restante 60% sei incazzata, nervosa, triste, in poche parole non sei l’Aisha che noi conosciamo. Come facciamo dunque a farci andare bene questa cosa? Standogli vicino, non puoi essere al 100% te stessa. Lo trovi giusto?  Ti basta quel 40%? Se ti basta, fai pure allora. Lui ha mille cose che ti piacciono, è chiaro. So bene che tu, dietro ai suoi stupidi comportamenti, ci vedi dell’altro ma rimane il fatto che non puoi cambiarlo. Lui è questo, nel bene e nel male. Le persone non cambiano Aisha. Non lo farà lui e soprattutto non lo devi fare tu. Credo che una delle cose principali, per star bene con una persona, sia sentirsi liberi di essere se stessi, sempre.”

Questa volta quella senza parole rimango io. Ecco che arriva il fiume di pensieri e tutto d’un tratto mi sento una scema per come ho trattato Alice poco fa. Sto rischiando di litigare con le amiche più preziose che ho, quelle che mi fanno sentire un’amica dannatamente fortunata. Forse Chiara ha ragione, sto combattendo contro un mulino a vento. Per esser felice con Marco, dovrei cambiare troppe cose. Mi sono sempre andata bene, con i miei pregi e mi miei difettaci ma stando con lui, tante volte ho cominciato a sentirmi sbagliata. Tante volte ho agito, come non avrei mai voluto fare. Sono pazza di lui lo so, ma così com’è non potrebbe mai essere l’uomo che voglio al mio fianco. Soprattutto pensando ad un futuro, fatto anche di cose serie. Un futuro in cui non esistono solo baci da film, attimi da brivido e grandi emozioni. Razionalmente so che lui mi rende felice solo nell’esatto momento in cui siamo insieme ma nei restanti mi fa sentire insicura. Infelice. Ho proiettato su di lui mille progetti, mille aspettative, mille desideri ma non è così che funziona. L’amore probabilmente è qualcosa di molto più semplice e spontaneo. Non dico che sia una favoletta, all’interno della quale devono vivere tutti felici e contenti ma sicuramente non può essere neanche quello che sto vivendo con lui. L’idea che sto mettendo in discussione le mie amiche per lui, dovrebbe esser già, il più forte dei campanelli d’allarme.

Alzo lo sguardo, guardo Chiara negli occhi, mi tolgo la corazza e le sorrido.

“Scusa ma non ci sto capendo più nulla Chiara. Davvero non mi riconosco.”

Lei ricambia il sorriso, ci alziamo e ci incamminiamo verso le auto. Tutto mi potevo aspettare da questo aperitivo, tranne un bacio rubato in un bagno e una litigata con Alice.

Ho delle cose da sistemare.


(Chi ha ragione? Sono curiosa di sapere se voi, al posto di Alice, sareste intervenute oppure no.)

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