-È stato a letto con una tizia stanotte, ne sono certa. –
Fisso lo schermo dello smartphone, leggo e rileggo quel messaggio ma non connetto.
Si starà sbagliando, magari sta solo esagerando, ogni tanto lo fa, come può dirlo con certezza?
Attorno a me gli altri continuano la discussione sul tiramisù ma percepisco solo il loro brusio. La mia testa è stata catapultata altrove, finalmente ho una reazione, stringo il telefono tra le mani e digito:
-Spiegati bene per favore, ne sei certa? –
La risposta arriva in un lampo, fredda come quella verità:
-Sì. –
-Voglio sapere tutto. Non omettere niente per favore. –
Nella chat compare quel fatidico: ~sta scrivendo…~
Il tempo d’attesa diventa infinito. Cosa sto per leggere? Farà male? Perché l’ha fatto? Chi è lei? Come reagirò?
Sento che sta per arrivare una verità cruda e spietata. Chiara non si risparmierà nulla, lo so bene. Lei lo odia, forse in realtà odia quello che lui mi sta facendo: il modo in cui mi condiziona, il suo potere sul mio sorriso, la mia incapacità di tenerlo lontano. Motivo per cui quando parla di Marco, non ha filtri e ora ha davvero un buon motivo per farlo. Il flusso dei pensieri viene interrotto dalla risposta:
-Ieri sera io e Andrea abbiamo preso una camera doppia, mentre i ragazzi per risparmiare ne hanno preso una da quattro. Tommy e Luca sono rientrati prima dalla festa, perché avevano bevuto un po’ troppo e hanno occupato i letti a castello. Ad una certa ora della notte, Marco e Stefano sono arrivati con due tizie e hanno combinato un vero puttanaio, svegliando così Tommy. Lui ha finto di continuare a dormire ma ha sentito tutto. Stefano è rimasto sul matrimoniale con una delle due e Marco si è infilato in bagno con l’altra. Il resto te lo lascio immaginare, non ci vuole troppa fantasia. Poi le due ragazze sono sgattaiolate via prima dell’alba. Ha fatto l’unica cosa di cui è capace, è un emerito coglione. Lo sapevi, lo sai e te ne devi distaccare. –
Il vuoto nella mia testa. Nulla di nulla, mi viene solo la più stupida delle domande, di cui probabilmente non mi interessa neanche la risposta:
-Sai se lui magari era ubriaco? –
-Probabile, ma sai meglio di me, che non c’entra. Lui è questo, ubriaco o no. Rimane uno stronzo, che ti ha portato via fin troppo tempo e dal quale devi prendere le distanze. Svegliati. –
Gli ammonimenti di Chiara fanno male. Quello ~svegliati~, suona davvero come la peggiore delle sveglie, quelle che suonano forte, con toni fastidiosi, striduli, nel peggiore dei momenti, durante il migliore dei tuoi sogni. Lo interrompe e lo distrugge.
-E il mattino dopo l’hai visto? –
-Sì, abbiamo lasciato tutti le stanze dell’hotel e ci siamo ritrovati in un bar del centro per la colazione. Lui è arrivato più tardi con Stefano, con la sua solita aria da sbruffone. Gli ho anche lanciato la battutina, chiedendogli se avesse dormito bene e lui si è nascosto dietro i suoi occhiali da sole, annuendo con un sorrisetto pessimo. –
-Non ha aggiunto altro? –
Cerco di cogliere ogni sfumatura, di trovare magare qualche attenuante ma niente.
-Nulla e poco dopo ci siamo messi tutti sulla via del ritorno. Mi dispiace tesoro. –
-Ok tutto chiaro, per fortuna eri lì. Ringrazia Tommy da parte mia, per averti riferito la cosa. Qualche uomo decente è rimasto al mondo. –
Metto via il telefono. So già, che lei mi starà rispondendo nuovamente, ricordandomi che è uno stronzo, che non mi merita e che devo lasciarlo stare ma ora non ho bisogno di sentire altro. Disconnessa, vuota. Se il mio cervello ora dovesse fare un elettroencefalogramma risulterebbe sicuramente piatto.
“Te piace il tiramisù Aisha?”
Quell’accento argentino mi riporta sulla terra.
“Sì, buono molto buono.”
Rispondo in modo meccanico, anche se non ricordo minimamente che sapore abbia quel dolce. Lo sto mangiando ma probabilmente anche le mie papille gustative sono completamente fuori uso e assenti. Nulla ha un sapore. Nulla ha un senso.
Victor: “Guardiamo un film ragazze, vi va?”
Alice mi guarda, cercando in me una conferma e prontamente dico che va bene.
Lei coglie comunque il mio disagio e finché gli altri tre scelgono il film, mi bisbiglia qualcosa:
“Tutto bene Aisha? Che succede? ”
Non mi sento assolutamente in grado di raccontarle ciò che è appena accaduto. Non l’ho ben capito neanche io, figuriamoci se so parlarne a qualcun’altro. Mi viene spontaneo infilarmi la mano in tasca, afferrare lo smartphone e passarglielo:
“Leggi.”
Mentre Alice legge la conversazione, rimango immobile al suo fianco. Ho paura della sua reazione, potrebbe essere davvero drastica.
Victor: “Va bene Fast&Furious ragazze?”
Annuisco. Alice, continuando a leggere, fa cenno di sì e Victor si avvicina al lettore DVD.
Alice abbassa il telefono e alza lo sguardo su di me. La vedo sicuramente in pena per me ma si sforza di rispondermi con freddezza, d’altronde anche lei non lo sopporta, la maggior parte delle mie migliori amiche non lo sopporta a dire il vero.
“Lo sapevi Aisha, ha confermato nuovamente quello che è. Fallo scomparire dalla tua vita. Ti ha servito su un piatto d’oro, l’occasione per farlo.”
Mi riconsegna il telefono, stringendomi un po’ la mano e accennandomi un dolce sorriso, so bene che è stanca di vedermi soffrire per lui. Perché non riesco ad esserlo anche io in modo definitivo?
Ricambio il sorriso ma dentro di me in realtà mi sento morire. Sono incazzata nera e non so gestire tutta questa rabbia. Sono talmente delusa, che non riesco neanche ad arrabbiarmi come vorrei. Normalmente butterei tutto per aria, o sbotterei pesantemente, ora invece non accade nulla. Non controllo la mia non-reazione, sono in una situazione di totale apatia.
Victor si piazza vicino a Alice, Xavier si avvicina a me sul divano e Miguel rimane sulla poltrona singola e spegne le luci. Mi solleva l’idea di dover fissare uno schermo senza parlare, attualmente è l’unica cosa che mi sento in grado di fare.
Sento Xavier avvicinarsi ancora un po’, come se lo spegnimento delle luci, glielo avesse concesso. Rimango immobile. La situazione tra noi due ormai dovrebbe essergli chiara, sa bene che non può avere da me ciò che vuole ma quando può, non si risparmia mai di farmi delle coccole, fa parte di lui. Sappiamo entrambi, che tutto inizia e finisce lì, almeno lo spero. Solitamente infatti i suoi gesti affettuosi non mi danno fastidio ma oggi sì, mi irritano profondamente. Il divano sembra davvero piccolo e stretto e lui è decisamente troppo vicino. Avrei bisogno della mia privacy in questo momento, mi limito così ad incrociare le braccia e ad ignorarlo, cercando di concentrarmi sulla storia del protagonista del film, visto e stravisto.
Il mio smartphone vibra, non so per quale motivo ma il cervello mi suggerisce che è Marco, infatti:
-Buonasera piccola, scusa il ritardo! Spero che tu abbia passato bene la giornata. Cosa stai combinando ora? –
Ripongo subito il cellulare nella tasca. Volevo e speravo che fosse lui, solo per il gusto di non rispondergli. Voglio ignorarlo e farlo star male, almeno un decimo di quanto sto soffrendo io. Potrei quasi quasi andare a letto con Xavier stanotte. Ieri sera prima di raggiungere gli altri, mi sono trovata a casa sua sola con lui e con due bicchieri di vino e come un scema, sono finita a parlare del litigio che avevo avuto con Marco. Lui ha tentato di persuadermi ma poco dopo ha capito che stava sprecando il suo tempo. Avrei dovuto farci del sesso. Non è mai troppo tardi. Potrei fare in modo che lo venga a sapere. Io e Xavier a letto insieme qui e lui a letto con quella tizia ad una cinquantina di km di distanza, ecco cosa siamo.
Il film prosegue. Victor e Alice sono accoccolati sul divano, Miguel ogni tanto fa qualche commento a voce alta e Xavier mi fa dei grattini sul braccio. Continuo ad esser palesemente in preda ai miei pensieri, non sto seguendo per niente le avventure di Paul Walker. Qualcosa però cattura la mia attenzione. Sento le note latine della colonna sonora del film, una doccia ghiacciata che risveglia in me un ricordo: Marco ed io nudi a danzare su quella canzone. Ho la sensazione che le mie orecchie stiano fischiando, un suono assordante. Quella musica sembra esser la peggiore che possa udire. Conosco quel film a memoria ma quella traccia sembra essere per me un’esperienza del tutto nuova, non l’avevo mai ascoltata con questo stato d’animo e ora sento di odiarla. Il ricordo brucia e con lui anche i miei occhi. Sto piangendo nella maniera più silenziosa e soffocata possibile. Il buio della stanza mi aiuta a nascondere le lacrime e con loro i miei sentimenti. È strano vivere un momento così intimo ed esser in una stanza con altre quattro persone. Finalmente la canzone finisce e con lei poco dopo il film. La luce viene riaccesa e per un momento mi sento sollevata. La mia mente sembra distaccarsi da quel momento buio.
E poiiiii????
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Ancora poche ore di pazienza!!!! 🙂
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E poooooiiiii????
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