Una mamma perfetta, e bugiarda.

Anche quest’anno sta per arrivare il giorno in cui si celebra la potenza e il fantastico mondo di mamma. Domenica prossima tenteremo, come sempre, di essere perfette. Oggi però ho il desiderio di concedermi un po’ d’imperfezione, svelandovi qualche fragilità del mestiere.

Non parlo mai di questo aspetto. Mi sono sentita spesso chiedere:

‘Ma scusa Ale, a te vanno sempre tutte bene?’

Gravidanza perfetta. Parto perfetto. Bambino perfetto. Post parto perfetto. Esogestazione, quasi a termine, perfetta.

EcChEcAzzzzzzzzzzzz…!

Sorrido ogni volta davanti a questa domanda. No. La risposta è: no. Lungi da me lamentarmi del mio lato B, ma non è lui a salvarmi dalle cadute. Ho una deformazione personale: tendo sempre a tirare fuori la parte positiva delle situazioni che mi si presentano e delle persone che incontro. È un modo d’essere e di affrontare la vita. Belen è nata figa, io sono nata positiva. Ceste la vie.

Ma i momenti NO esistono anche per i positivi cronici, ve lo assicuro. Nel diventare mamma, si affrontano inevitabilmente tante difficoltà. ‘Non è una passeggiata’, dicono. Effettivamente alcuni giorni sembra più di fare jogging con i pesetti alle caviglie, altri un’escursione di quelle con dislivelli da: ‘Io torno indietro!’, in rari momenti pare un giretto al lago della domenica, altri sci di fondo su neve fresca. Ma a chi non piacciono le avventure?

Dov’è dunque esattamente la parte difficile di questa impresa di mamma?

Mi verrebbe da dire: qua e là, su e giù, a destra e a sinistra, avanti e indietro. Dappertutto e da nessuna parte.

Inizialmente ti ritrovi giustamente assorbita dalla tua splendida creatura, ma la vita, o chi per essa, ti ha fatta solo con due braccia. E al tuo bimbo nei primi momenti serviranno entrambe. Te le occuperà sempre, senza chiederti il permesso. Tu a quel punto dovrai imparare a chiedere aiuto e a delegare. Da Wonder Woman, ‘Faccio tutto io’, a: ‘Per favore mi versi dell’acqua?’ Per mangiare dignitosamente, ad esempio, ti servirà qualcuno che ti dia il cambio, o che magari ti imbocchi. Visto che il piccoletto ti si è addormentato in braccio e metterlo giù, ha la probabilità statistica che si svegli, pari a quella di ridere davanti al ‘EHYEHYEHYEHY’ di Elio in ‘LOL’. Cucinare diventerà più sinonimo di riscaldare. Il freezer sarà il tuo supermercato di fiducia. L’angolo cottura sembrerà spesso un territorio di guerra, dopo una bomba esplosa. Ti ritroverai così a deporre, momentaneamente, la tua corona di ‘Regina della casa’.

E la dimora in generale, chi la sistema, chi la pulisce?

Anche qui devi chiedere, o accontentarti. Non può essere tutto come prima. C’è un bambino adesso, non lo vedi? Certo che lo vedi e se non fai attenzione potresti inciampare sulla sua sdraietta, o sbattere addosso al passeggino, che gira per tutte le stanze di casa ed è sempre in mezzo ai piedi. A proposito, le ruote della piccola carrozza, che fanno sempre dentro e fuori, le lavi o non le lavi dopo le passeggiate? Non c’è tempo, sta piangendo. Lo farai dopo. O forse mai.

E la calma e il silenzio?

Il silenzio cambia suono. I neonati all’inizio piangono per spiegarti ogni cosa. Quindi piangono spesso. Tu parli, lui piange. E con quella vibrazione devi imparare a conviverci. Anche quando non vorresti sentirla, quando sei stanca, o peggio ancora hai mal di testa. Il tuo bimbo non va in stand by. Lui ha bisogno di spiegarsi sempre e tu di imparare a capirlo, il più velocemente possibile.

E la stanchezza?

C’è. E se non ti sembra di esser stanca, attenta! C’è la fregatura. Il momento di crollo arriva. Che non è per forza un sonno che chiede pietà. Può celarsi dietro a nervosismo, malessere, dolori, voglia di prendere tutti a parolacce. Esser mamma è un lavoro h24, quindi bisogna concedersi del riposo all’interno del lavoro, per forza e per… sopravvivenza. Poi le notti, vanno come vanno, i risvegli ci sono ma li affronti. A volte sono rapidi e quasi indolore, altre richiedono di alzarsi dal letto e passeggiare un po’ per casa, altri sono per un cambio pannolino, in dei momenti avrà bisogno di coccole, altre volte vuole starsene solo sveglio a chiacchierare (sì, accade anche di notte), altre dorme sereno e tu non riesci comunque, inspiegabilmente, a chiudere occhio. Le notti con un neonato sono così, imprevedibili.

E il tuo tempo?

Il tuo tempo diventa un po’ come la celebrazione dei mesiversari dopo sette anni di relazione. Sembra sparire, eppure esiste sempre, basterebbe farci caso. I tuoi momenti liberi, sono legati ai pisolini del bimbo, quindi vanno conquistati e non sempre va come avevi previsto. Può capitare che si addormenti e tu sei super carica di cose da fare e buoni propositi, ma il pisolo dura una cosa tipo 10 minuti. Allora che fai? Prendi e molli tutto, non ci sono molte alternative. Rimandi a data da destinarsi. Altre volte i pisoli invece durano inaspettatamente due ore, ma non sei psicologicamente pronta ad aver tutto quel tempo libero. Provi a fare così tante cose insieme che il risultato è un gran… carnevale di Rio.

E il tuo corpo?

Il corpo cambia per tutte. Anche se agli occhi degli altri sei in splendida forma. Una donna nota anche la comparsa di un punto nero dietro l’orecchio, figuriamoci se non osserva nel dettaglio il suo corpo post parto. Qualcosa che non ci piace la troveremo sempre, qualche giorno ci sembrerà più evidente di altri. Quante cose sa quello specchio, davanti al quale il più delle volte ci ritroviamo a fare i conti anche con il nostro umore.

E il tuo lavoro?

All’inizio guai a te se ci pensi. Devi fare la mamma, concentrati su quello. E dopo qualche mese? Ma scusa, non ci stai pensando? Quando rientri? Quindi ora non devo più fare solo la mamma? Ah no, devo fare la mamma, ma devo pensare al lavoro, ma devo fare la mamma che non è un lavoro, ma a me par di lavorare tutto il giorno. Se vi siete persi tra le parole, era esattamente il mio intento. Perché una mamma che deve affrontare il rientro, o meno, a lavoro, si sente più o meno così. Confusa. Si può scegliere di seguire la testa, il cuore, un impulso, un ragionamento, un progetto, in ogni caso la decisione non sarà mai perfetta e priva di conseguenze.

E il rapporto con il tuo LUI?

Anche quello diventa una bella avventura. Un giro sulle montagne russe. Un giorno le affronterete gasati insieme, quasi come in un gita estiva a Gardaland. Un altro vorresti spedirci solo lui, per mandarlo a fare un giro di Blue Tornado alla massima velocità. Credo sia normale, o almeno spero. Non ti sentirai sempre capita, a volte ti sentirai proprio sola. Per quanto parli, spieghi e racconti, certe cose puoi capirle solo tu. Non perché sei superiore, assolutamente, ma perché sei ‘la mamma’ e hai quella sensibilità tutta nuova, con la quale tu stessa a volte fatichi a rapportartici, figuriamoci gli altri. Dei giorni lo sentirai vicino e ti sembrerà un compagno e un padre perfetto, altri vorresti sparisse. Vorresti che facesse le cose come le fai tu, ma il minuto dopo desideri che ci metta del suo. Alti e bassi, come sempre, in balia dei saliscendi dell’amore, e degli sbalzi d’umore.  

E i giudizi?

Un brusio, sempre presente. Li senti, anche se fai finta di niente e il più delle volte sorridi ‘per cortesia’. Pesano, anche se non vorresti. Tutti devono buttar lì una frasetta, anche se si sono informati su ‘www.giallococomero.com’. Avrai momenti allegri, in cui non ti peseranno. Altri che anche un semplice: ‘Ma non metti il cappello al tuo bimbo?’ Ti farà sentire una madre di merda. A volte la tua sensibilità sarà così spiccata e nuda da farti dimenticare che, spesso, le persone parlano per parlare. E tu dovresti dar loro un’importanza e un peso tale. Facile? Non sempre.

E gli amici?

I migliori restano e questo non si smentisce mai. Il tempo sarà però, poco, pochissimo. Se prima bisognava intendersi con lo sguardo, ora bisognerebbe intendersi da bendati. Durante le uscite, sarai più intenta a badare che il tuo piccolo sia sereno, che ad ascoltarli. Tutto ciò che hai da raccontare gira attorno al mondo del tuo bambino, quindi a volte può sembrare che tu non abbia nulla di nuovo da dire. Un amico vero può comprenderlo e portar pazienza. Prima o poi tornerai a sorseggiare un calice di vino, sparando cazzate.

 E le altre mamme?

Le altre mamme avranno tra le mani sempre una conquista in più delle tue. Sapranno fare qualcosa che tu ancora non ti azzardi a provare. Sono tutte mamme migliori di te.  O forse siamo solo diverse? Mah.

E il senso di responsabilità?

Diventare mamma cala su di te un senso di responsabilità, che neanche al Guinness World Record oserebbero mai tentare di sollevare. È immenso.

Dalla scelta più banale, a quella più seria. Pesantezza dei vestiti? Giacca sì, giacca no? E i vaccini, glieli faccio tutti? Perché piange? Perché non rotola come gli altri bimbi? Forse lo tengo troppo seduto? Lo porto fuori, o è troppo freddo? Forse troppo caldo? C’è molto sole, è Aprile, gliela metto la crema solare? La fronte è tiepida, ma meglio provargli la febbre, ‘metti che…’

Da che ti sentivi la fidanzatina spensierata di Bob Marley e andavi in giro cantando ‘Don’ t worry be happy’, ad uno stato di paranoia pseudo perenne.
Ti senti responsabile di ogni cosa. E non è sempre scontato reggere il colpo. Ogni decisione che prendi, la pesi mille volte. Ti informi, leggi, fai domande, metti in dubbio, googli cose del tipo ‘colore cacca neonato’, ti metti in discussione e non ti senti mai abbastanza preparata. E concludi quasi sempre con un:

‘Forse, avrei potuto fare meglio.’

Ecco, ho fatto outing.

Vi sembro ancora una mamma perfetta, con un bambino perfetto? O meglio cambiar strada se ci doveste incontrare? Pensateci bene. Alcuni giorni mordiamo, anche solo se tentate di accarezzarci con dolcezza.

Oddio mi sta tornando la positività cronica e la voglia di parlar di soluzioni, è più forte di me, ma non lo farò. Questo pezzo è così. Irrisolto. Parla di difficoltà e momenti catartici, senza soluzioni.

Ogni giorno, come tutte, mi sveglio, più o meno stanca, e cerco di ripartire da zero. Anzi dal sorriso che quel nanerottolo mi fa appena apre gli occhi. E tutto ha un senso, imperfetto.

Una Bionda e Una Penna, una mamma perfetta, e bugiarda.

PS Vi lascio solo una parola, che racchiude un po’ tutto: TEMPO.

Foto del 25 Settembre 2020, 12 giorni dopo il parto. Decisamente imperfetta. Si palesano: casa in subbuglio, occhiaie, pancia gonfia, capelli artistici, vestiti sporchi di latte, post-it attaccato al telefono per ricordarmi le cose, Brando con un espressione poco soave.
Eppure, posso giurare, che ero felice.

2 Replies to “Una mamma perfetta, e bugiarda.”

  1. Difficoltà, verità… Il cammino è senz’altro impegnativo ma è uno dei più belli per cui vale la pena metterci il cuore e quello saprà guidarti!

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