50) Cattive notizie.

Saliamo in auto e ho paura di qualsiasi possibile commento da parte delle ragazze. So bene che se dovessero essere sincere, come ci chiediamo sempre di essere tra noi, non potrebbero certo giudicare bene questa presentazione. Lorenzo si merita un forte e chiaro pollice in giù. Perché si è comportato così? Ancora non me lo riesco a spiegare. Forse perché nessuna spiegazione mi potrebbe sembrare abbastanza valida. Stava andando tutto per il verso giusto, stavo togliendo ogni barriera nei suoi confronti. Quel momento in cui cominci a fidarti per davvero dell’altro e non agisci più con prudenza, fai tutto con il cuore, senza paura. Quella di ieri sera è stata una brusca frenata, una di quelle che ti fa arrivare con il naso ad un centimetro dal finestrino. Non può far altro che spaventarmi e mettermi in guardia. Non sono mai stata molto brava ad essere prudente, quando si parla di sentimenti. Azione-conseguenza-prezzo da pagare. La schiettezza di Alice mi distoglie dai pensieri e mi riporta al momento presente:

“Bello è bello Aisha, ma in quanto al resto mi riservo di farti sapere ciò che penso più avanti. Voglio sperare che oggi non fosse la sua giornata migliore. Vedo che ti piace molto, quindi gli concedo un’altra occasione, al momento entro in silenzio stampa e mi astengo dal fare commenti.”

Chiara cerca d’esser sempre un pochino più diplomatica: “Magari sarà stato realmente molto stanco.”

Replico con le poche parole che mi restano:

“No comment davvero ragazze. Farò di certo chiarezza sulla cosa ma per il momento vi prego, chiudiamo l’argomento e portatemi a bere qualche cocktails! Ne ho bisogno!”

Detto fatto. In pochi istanti finiamo in un locale: musica alta, danze, bicchiere alla mano e fanculo tutto il resto! Fughe facili. Per fortuna esistono le amiche per far svoltare queste serate. Scelgo la via della spensieratezza. Conosciamo dei ragazzi al bancone e ci facciamo offrire da bere, in cambio dei nostri smaglianti sorrisi. Non lo facevamo da molto tempo. Tre sgallettate al banco. É sempre divertente con loro. Non c’è modo di parlare, la musica è alta ed è lei a dare il ritmo e la direzione alla serata. Possiamo solo lasciarci trasportare. Senza troppe remore scarichiamo i ragazzi appena conosciuti, dopo aver sorseggiato anche i loro cocktails. Non ho voglia di essere gentile stasera. Sono stanca di comportarmi bene. La serata scorre alcolica, travolgente e un tantino fuori controllo. Si salvi chi può.

alcohol

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN

Dannazione è tardissimo! Devo andare a lavoro!

Mi risveglio con un forte mal di testa. Sento ancora il retro gusto dell’alcool, quella classica sensazione del post sbornia. Cerco subito di fare mente locale su quanto è successo ma i ricordi sono decisamente annebbiati. Non ricordo minimamente l’uscita dal locale e come ho fatto ad arrivare in camera. Speriamo di non aver combinato guai. A grandi linee sembra essere tutto apposto comunque: una testa, due braccia e due gambe. Sono tutta intera. Solo un tantino da buttare. L’idea di dover andare a lavoro, mi fa rivoltare lo stomaco ma non ho alternative: devo alzarmi dal letto e puntarmi un getto d’acqua fredda dritto in faccia. Una terapia d’urto è l’unica soluzione. Scendo in cucina, credendo di avere ormai un aspetto migliore, ma mamma commenta subito la mia faccia da zombie. Non sono in vena di prediche, devo sbrigarmi e portare il mio bel fondoschiena a lavoro. Cerco di rassicurarla, così come desidera, minimizzando la portata della serata trascorsa. Schivo sia lei che la colazione, non ho alcuna intenzione di rapportarmi con del cibo, ho ancora un senso di nausea intorno. Salgo in auto e consulto finalmente il mio smartphone, nella speranza di avere qualche notizia dalle ragazze, spero che loro stiano meglio di me. Subito trovo una sfilza di messaggi senza risposta di Lorenzo, che risalgono a diverse ore della notte precedente e di questa mattina.

– Scusami ancora, ti spiegherò tutto il prima possibile. –
-Buonanotte! Fai la brava mi raccomando. –
-Buongiorno! –
-Tutto ok Aisha? Se sei arrabbiata, dammi almeno qualche cenno di vita. –

Scuse? Spiegarmi cosa? Fai la brava?
Alcool a parte, ricordo benissimo ciò che è accaduto con lui ieri sera. Sono ancora certa che non ha una scusa valida. Se la serata ha preso quella piega, è stato anche a causa del suo comportamento. Rispondo giusto per non farlo preoccupare inutilmente:

-Tutto ok Mister X.-

Sono proprio curiosa di vedere cosa mi risponderà. Non faccio neanche in tempo a fantasticare sulle possibili alternative, che arriva la sua chiamata. Vorrei non rispondere ma non posso. Mi sono riproposta di cercare d’esser più matura, devo farlo. Lascio però che il telefono squilli il più a lungo possibile, un minimo deve rosicare, dopo ieri se lo merita dannazione!

“Pronto.”
“Finalmente! Buongiorno! Sei sicura d’esser tutta intera?”
“Certo che sì.”
“Scommetto dalla tua voce che avete esagerato ieri sera.”
Riesce sempre a cogliere tutto. Non è però il momento di dargli delle spiegazioni.

“Mai quanto te.”

SBAM! Qualche soddisfazione devo pur togliermela, che non creda di passarla liscia.

“Ascolta non ho voglia di discutere per telefono. Stasera quando finisci lavoro, vengo a prenderti e ti spiego tutto.”
“Non so se posso.”

Ho decisamente voglia di fare i capricci. Non sono dell’umore giusto per regalargli un “sì” così facile. Non è nella posizione di poter dettare legge.

“Non te lo sto chiedendo Aisha. Stasera quando stacchi il turno, mi troverai lì. Fidati. Ciao.”

Riattacca il telefono, senza darmi la possibilità di replicare. Pazzesco. Ha tutta l’aria di essere un ordine e lui si sta comportando davvero in maniera strana. È proprio vero che più conosci una persona, più ne scopri ogni strano aspetto. Non ci sono solo le parti belle e facili. I difetti e le incomprensioni arrivano, non appena il gioco diventa realtà. Dovrei mandarlo a quel paese probabilmente. Credo però che Lorenzo, mi piaccia al punto, d’essere disposta a scontrarmi anche con il caratteraccio che tira fuori di tanto in tanto. Cocciuto, testardo e al quanto autoritario. Stasera vedrò come comportarmi, al momento non ho idee. Il tempo a lavoro, mal di testa a parte, trascorre rapido e senza vuoti. Il negozio è sempre in fermento, come ogni sabato, quindi fortunatamente non ho il tempo di appartarmi con i miei pensieri. In pausa pranzo riesco a sentire le ragazze, anche loro non sono al top della forma ma almeno sono riuscite a dormire qualche ora più di me, non dovendo andare a lavoro. Mi rassicurano su come siamo arrivate a casa, tutto “regolare”. Ero la più alticcia delle tre, mi hanno accompagnata fino in camera, cercando di evitare che facessi troppo rumore. Tra una risata soffocata e l’altra, mi hanno messa a letto, rimboccandomi addirittura le coperte. Siamo pur sempre tre giovani sbandate, per quanto ultimamente cerchiamo di fare le donne mature e vissute. Ogni tanto abbiamo delle chiare ricadute. Va bene così, ci vuole sempre equilibrio tra serietà e follia, per vivere come piace a me. Rientro in negozio e il pomeriggio vola. Ormai ho superato lo scoglio peggiore di sonno e nausea, mi sento quasi nuova. Sarà merito di tutta l’acqua che mi sono imposta di bere, per riprendermi più in fretta. Chiudiamo il negozio e ora sono cazzi! Comincia a prendermi l’agitazione, sto per incontrare Mister X e non so cosa aspettarmi. Sono tutt’ora delusa, ma ho una voglia tremenda di sapere qual è la sua verità. Esco in strada e come da copione lui è appoggiato sulla portiera dell’auto, al di là dell’attraversamento pedonale che mi sta davanti. Faccio un bel respiro e attraverso la strada. Lui mi viene incontro ed io lo saluto con freddezza, evitando il consueto abbraccio.

“Ciao.”

“Ciao. Che faccino stanco che hai!”

“È stata una giornata impegnativa.”

“Conseguenza di una serata altrettanto impegnativa direi.”

Adoro gli uomini gelosi ma ora le priorità sono altre:

“Non sono in vena di ramanzine Lorenzo. Vorrei solo sentire quello che hai da dirmi.”

“Sono qui per questo. Dai sali in macchina, che andiamo da me, dove avremo la giusta calma per parlare.”

Sembra davvero una cosa seria. Inizio a preoccuparmi. Che succede? Non amo le cattive notizie ma ho la netta sensazione che sto per imbattermi in una di loro. Salgo in auto. Durante tutto il viaggio la freddezza regna sovrana. Lui è palesemente agitato ed in pensiero. Non so che pensare, lui mi fa quasi tenerezza, è molto agitato ma finché non saprò qual è la verità, rimarrò in disparte, silenziosa ed arrabbiata. Non ho intenzione di rompere questo silenzio. Non sarà certo il suo faccino d’angelo in pensiero ad ammorbidirmi. Ieri mi ha delusa e queste sono le conseguenze. A contrastare questo mio lato duro e razionale, c’è però anche la me dolce e ormai coinvolta a pieno da lui e dà tutto quello che è il suo mondo. Quella parte di me spera tanto di sentire una verità che non faccia male e che mi permetta di abbracciarlo e di buttarmi tutto alle spalle nel minor tempo possibile. Ho davvero paura, non so cosa aspettarmi.

 

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