Ci sediamo al tavolino, ordiniamo un thè caldo e diamo il via allo sfogatoio.
Alice esordisce con un: “Sono pronta, sono tutta orecchie!”
Non so proprio da dove cominciare: Mister X, papà, questione Chiara-Xavier e i mille altri pensieri.
“Punto uno: stasera forse rivedrò papà.”
Già qui ho la prima reazione di Alice: sbarra gli occhi e socchiude la bocca, l’ho sconvolta. Non dà nessun cenno di voler rispondere, è come se si aspettasse da me altri dettagli, non ha intenzione di interrompermi. Di solito è difficile lasciarla senza parole.
Decido così di continuare: “Mi ha chiamata qualche giorno fa, sconvolgendomi alla grande, dicendo che sarebbe venuto in città con il desiderio di incontrarmi. “
Alice avendo la situazione più chiara, comincia a farmi varie domande, relative alle mie aspettative, a mamma e ai vari stati d’animo. Si dimostra in grado di rassicurarmi, anche in merito alla mia paura che papà non venga. Afferma che non avrebbe alcun senso, se lui ora non si dovesse presentare. Quindi mi esorta a restare tranquilla e positiva. Sostiene che, a breve, avrò certamente sue notizie. Mi sono liberata del primo enorme macigno. Sto meglio. Come seconda questione affronto quella di Lorenzo: le racconto tutto, fino a dirle che sostanzialmente ora mi ha mandato a quel paese. Lei si arrabbia per il fatto che mi senta ancora con Marco. Non ci vede un senso. Dice che dovrei concentrarmi su Mister X e non dare più nessun importanza a “quell’essere”, come lo chiama lei. Sostiene che fondamentalmente lui è la causa materiale della lite con Lorenzo, ma che ovviamente sono io a permettergli di esserlo. Quindi per farla breve: è tutta colpa mia. Mi sprona comunque a non gettare la spugna, a lasciar passare del tempo per farlo sbollire, ma non troppo, se voglio Lorenzo, me lo devo riprendere.
“Sei tu a dover muovere il culo ora!”
Dritta e senza filtri, chiara e tonda, come sempre. Chiudiamo così la parentesi di Lorenzo. Rimane da affrontare la questione di Xavier, ma non so proprio come fare. L’argomento è estremamente delicato. Come posso toccare la questione, senza sembrare troppo interessata e senza dare quindi un’impressione sbagliata? È impossibile, non sono brava con queste cose. Opto così per andare dritta al sodo, senza tanti veli. Parto sempre dal presupposto che l’amicizia non sia fatta per giudicare ma per consigliare.
“Alice, toglimi una curiosità ma c’è qualcosa tra Chiara e Xavier?”
La vedo subito in difficoltà per la domanda. È evidente, non se l’aspettava. Si gratta la nuca e guarda altrove, bingo: c’è qualcosa che devo sapere! La fisso in attesa di una risposta.
“La questione è molto strana Aisha. Tra loro c’è stato un avvicinamento molto naturale. Ultimamente si sono trovati a passar più tempo insieme e inaspettatamente ora si stanno avvicinando sempre di più.”
Rimango un attimo in silenzio. Vorrei riuscire a rispondere in modo del tutto tranquillo, senza sembrare troppo scossa dalla cosa.
“Ah…bene. Mi fa piacere per loro. L’unica cosa che non capisco, è il motivo per il quale Chiara non me ne abbia mai parlato.”
“Tesoro fidati, non l’ha fatto con cattiveria. Più di una volta ha espresso la volontà di parlartene, ma non ha mai avuto la giusta occasione per farlo. Ultimamente non ci siamo mai viste con un attimo di calma, sempre di corsa e piene di impegni e pensieri per la testa. ”
Questa spiegazione stranamente mi sta bene, era un po’ quello che immaginavo e che speravo. Il fatto che Alice me ne abbia parlato, in modo molto naturale, mi rassicura. Non ho percepito nulla di losco nella cosa. Ero semplicemente rimasta qualche passo indietro con i racconti. Mi riprenderò, non amo essere un’amica distratta. Non so bene quanto il loro rapporto mi convinca, ma decido di rispettarlo. Certo che ora, avrò sicuramente dei riguardi nei confronti di Xavier. Sarei falsa a far finta di nulla. Le azioni hanno sempre delle conseguenze.
“Ok, tutto chiaro. Appena avrò modo ne parlerò anche con Chiara. Non voglio segreti tra noi!”
Continuiamo così a chiacchierare. L’atmosfera ora è molto più distesa, ma subito accade una cosa che interrompe la spensieratezza di due amiche davanti ad una tazza di thè. Marco entra nel locale e non è solo. Alice se ne accorge subito e mi lancia uno sguardo d’intesa. Continua a chiacchierare, con la totale volontà di non dare importanza alla cosa. Sto al suo gioco. Marco riesce comunque ad avere la mia attenzione, poiché qualche istante dopo di lui, fa il suo ingresso una ragazza. Non posso non guardare. Con la coda dell’occhio cerco di osservarla, un viso nuovo, mai visto. Sembra essere anche carina maledizione. Anche lui si accorge della mia presenza. Ho la netta sensazione, che nemmeno Marco, si aspettasse di incontrarmi nuovamente. Ci siamo lasciati poco fa a quel semaforo, con l’idea di intraprendere due strade opposte. Ora invece ci ritroviamo qui, nello stesso posto, ancora una volta. Nessuno dei due poteva aspettarselo. Il destino per oggi, evidentemente, non ha ancora finito di giocare con noi. Lui e la ragazza si avviano verso un tavolino, fortunatamente lontano dal nostro. Pace: è tutto normale, è inevitabile che ognuno di noi stia continuando la propria vita. In fin dei conti anche io sono seduta al tavolo con Alice a parlare di Lorenzo. Tutto cambia, si va avanti. Certo che è difficile ignorare certe sensazioni. Un briciolo di incontrollabile gelosia brucia dentro di me. Davanti al nostro tavolino c’è il bancone del bar e lungo tutto il muro, nella parte alta della parete, c’è un grande specchio. Connetto subito, che se pur Marco abbia scelto un tavolo lontano dal nostro, mi basta alzare lo sguardo allo specchio per poterlo osservare. È riflesso. Il loro tavolino è nella traiettoria perfetta: sotto il mio controllo e davanti ai miei occhi. Gli sto dando le spalle ma sono perfettamente in grado di osservarlo. Potrei anche scegliere, di non alzare mai lo sguardo su quello specchio, ma inevitabilmente ogni tre per due la curiosità lo fa al posto mio.
Li osservo seduti al tavolino, intenti ad una normale conversazione. Ripeto a me stessa di non guardare, ma è impossibile. Alice essendo di spalle allo specchio, non può immaginare quello che sto facendo e non ho alcuna intenzione che lo scopra. Sarebbe perfettamente in grado di alzarsi, di andare dal barista e di far sparire quel maledetto specchio. Parlo con lei, guardo loro, parlo con lei, guardo loro, parlo con lei, guardo loro, guardo loro, guardo loro.
“Ehi Aisha ci sei?!?”
Sono sull’orlo d’esser scoperta, se non mi do una svegliata, capirà subito cosa sto combinando. L’immagine riflessa in quello specchio, è sempre più interessante. Ridono insieme, proprio come facevamo io e lui. Cazzo, che fastidio! Alice si volta, per vedere che cosa stia attirando così tanto la mia attenzione.
“Oh! Ti piace il barista dietro il bancone? Sembri incantata!”
Magari, magari dannazione! Peccato che non abbia la minima idea di che faccia abbia il barista. Non saprei neanche dirle se è biondo o moro. Vedo solo lui e lei, riflessi in quello stramaledetto specchio.
“No scusami Alice, sono solo un po’ tra le nuvole. Sono quasi le 18.00 e non ho ancora avuto notizie di papà.”
Nascosta dietro una scusa. Tre quarti di bugia e un quarto di verità. Il mio essere distratta ora è dovuto in gran parte alla presenza di Marco e di quella ragazza, ma non nego anche l’esistenza del pensiero di papà. Più passano le ore, più ho la sensazione, che questo incontro non ci sarà mai. Meglio prepararsi al peggio.
“Devo andare in palestra ora baby. Tu che fai?”
“Mi avvio verso casa!”
“Sono certa che ti chiamerà a breve Aisha, deve farlo cazzo!”
Lo specchio mi obbliga a guardarlo ancora: lei le sta passando le mani tra i capelli. Questo è troppo. Mi alzo di scatto e velocizzo l’uscita dal bar. Non voglio vedere altro. Definitivo. Uscite dal bar, Alice non resiste e fa una battuta su Marco:
“Poveretta quella ragazza! Non sa cosa la aspetti ad uscire con quell’ essere!”
Mi limito a risponderle con un falsissimo sorrisetto. So che quella ragazza ora come ora è felice. La abbraccio, la saluto e la ringrazio per l’incontro. È stato bello rivederla. Tutto perfetto, tutto tranne quello specchio.