10) Mister X.

Faccio la solita strada per raggiungere l’auto. Non vedo l’ora di andarmene a casa. Attorno a me il paese è in fermento, ci sono persone dappertutto: chi cammina a passo veloce per far ritorno a casa, chi a passo lento perché probabilmente non ha una meta precisa, qualche mamma che spinge il passeggino, giovani innamorati che ciondolano per il centro e poi ci sono io. Un personaggio a se, non saprei dove collocarmi. Cammino sola, probabilmente con un’aria al quanto triste e con tutti i miei pensieri. Sono sicuramente l’ultimo dei personaggi che sceglierei di interpretare.

Arrivo davanti all’ auto, tolgo i soliti flyer e trovo un bigliettino sul parabrezza, di nuovo.

-Un giorno ti parlerò ne sono certo, con la scusa più banale magari ma lo farò. Il vestitino che indossi oggi, ti sta davvero d’incanto! –

TILT.

Rileggo il biglietto. Sul mio volto piomba all’improvviso un bel sorriso, che stravolge le tristi espressioni. Wow! Ci voleva. Mi fermo un attimo a riflettere sul possibile mittente. Il primo pensiero ovviamente va a Marco ma quella più che un’ipotesi è una vana speranza, non può averlo scritto lui. I messaggi che ci siamo scambiati, portano a tutt’altra direzione. Non di certo ad un bigliettino romantico. Non è suo, senza dubbio. Penso poi al biglietto che ho trovato la volta prima:

–Sei uno spettacolo. –

Mi viene in mente, che dovrebbe trovarsi ancora in auto. Apro lo sportello e lo raccolgo dal tappetino.

La calligrafia è la medesima.

La volta precedente avevo dato per scontato che fosse stato Marco, per farsi perdonare ma ora le carte in gioco cambiano. Mi era sembrato infatti un gesto strano da parte sua ma non ci avevo più dato importanza.

Chi c’è dietro questi bigliettini allora???

Mi guardo attorno ma tutto sembra essere normale. Ogni persona è intenta ai suoi affari. Nessuno sembra un ipotetico sospetto. Muoio di curiosità, non so proprio a chi pensare.

Lusingata e corteggiata, che bella sensazione.

Questo bigliettino riesce a deviare i pensieri, facendomi respirare un’aria più leggera e muta l’espressione del triste personaggio che mi ero cucita addosso. Tornando a casa fantastico un po’ sull’accaduto e condivido la notizia sulla chat di BeSTfRIENdS, con tanto di foto del bigliettino in allegato.

Arrivano subito delle risposte degne delle mie amiche, che mi fanno sorridere ancora una volta. Etichettano già il presunto corteggiatore con il nome di Mister X. Immaginano il suo possibile aspetto. Lo dipingono alto, moro e particolarmente ‘bono’. Ci potrei mettere la firma, se fosse davvero così.

So che dovrei condividere con loro, anche tutto ciò che è accaduto con Marco ieri sera e il cavolo di messaggio che mi ha inviato oggi ma non ne ho proprio voglia. Posso rimandare, tanto non cambierà nulla, è finita. Posso omettere questa mia ultima debolezza.

A casa oggi mi sento diversa. Da un lato ho un senso di vuoto e delusione, che mi porterebbe ad andare sul divano con del gelato, un cucchiaino ed un film comico o d’azione, in cui possibilmente nessuno si innamori. Dall’altro c’è invece la me un po’ più forte, quella che ha già voglia di reagire e che si infila le scarpe ginniche e si lancia in una corsa. Tutto quello che mi ci vuole per liberare la testa. Scelgo quest’opzione. Faccio un bel po’ di km, ad un certo punto comincia anche a farmi male la milza ma non rallento. Correre è una cosa che adoro: mi tiene concentrata sull’attività che sto facendo, senza darmi modo di pensare ad altro. Le energie sono tutte concentrate sui movimenti da fare e sulla respirazione. Non ce ne sono per altro. Finisco distrutta ma molto soddisfatta.

TRE GIORNI DOPO ….

Week-end sia! Questa settimana, a parte i due giorni iniziali, sembra esser trascorsa in modo al quanto normale. Il tutto un po’ mi rassicura ma un po’ mi spaventa, per il semplice motivo che è arrivato il week end e tutto può ancora accadere. Considerando come sono andati gli ultimi due, non mi sento ancora di dire che la settimana si chiude in modo tranquillo. Nel penultimo ho avuto la splendida notizia di Marco in hotel e nell’ultimo sono finita a casa sua, a commettere un grande errore. Quindi direi che il pericolo MARCO nel fine settimana, è dietro l’angolo. In fondo questo cavolo di paesino è quello che è, i posti in voga sono quelli ed incontrarsi, è più facile che evitarsi.

In questi giorni non ci siamo mai sentiti. Non sono mancati i momenti in cui ho pensato a lui ma ho sempre cercato di ridimensionarne l’importanza. Ho regalato qualche pensiero anche a Mister X a dire la verità ma per quanto riguarda lui, non ho potere. Devo solo aspettare qualche altra mossa.

Le idee per la serata che arriva, sono molto semplici: tacchi, aperitivi e giretto in centro. La base buona c’è, il resto verrà. Stasera tra l’altro non vogliamo far troppo tardi, perché domani ci sarà la tanto attesa festa hippie!

Passa a prendermi Chiara, che subito mi svela il suo desiderio di incontrare Matteo. Il “suo” Andrea è a casa con gli amici, per un torneo di play-station.

Ogni tanto quando rifletto sulle storie d’amore, mi chiedo se esista davvero qualcuno di innamorato a questo mondo. Guarda loro per esempio, lei qui tutta in tiro con la speranza di incontrare un altro e Andrea a casa davanti ad un televisore, ignaro di ogni cosa, o forse solo troppo distratto per accorgersene.

Come loro ce ne sono altri mille. Ogni tanto uscire il week end, implica proprio, osservare involontariamente, quanto l’amore sia un concetto da chiarire per molti. Uomini fidanzati ufficialmente (e non intendo solo su Facebook), che ti fanno la corte. Ragazze bevute e troppo ma davvero troppo leggere negli atteggiamenti. Coppie insieme al bancone con la tristezza dentro. Un teatrino di frivolezza.

images

Tutto ciò mi spaventa. Stare soli in questi casi, sembra quasi la soluzione “meno peggio”. Per me non desidero niente di tutto ciò, non ho voglia di accontentarmi. L’amore è un’altra cosa ed io lo aspetto.

Sarà anche che il divorzio dei miei genitori e la scomparsa di papà (non lo vedo da circa tre anni), non mi hanno aiutata a credere nel vero amore ma credo che per certi versi queste due cose mi abbiano resa più forte. Osservando mia madre, che mi ha cresciuta da sola, ho capito quanto una donna possa essere forte e quanto per esserlo davvero, debba contare solo su se stessa. Gli altri ci possono aiutare ma nessuno può far per te. Non voglio un uomo che c’è a modo suo e che scompare, quando le cose si fanno difficili. Voglio uno con le palle toste come il marmo. Uno che combatte davanti ai momenti di difficoltà. Le relazioni sono piene di problemi parliamoci chiaro, vince chi sa risolverli, chi non si ferma alle cose più superficiali, chi quando il problema si fa grosso, guarda dentro di se ed è pronto a mettersi in discussione per risolverlo. Non si cambia ma si può provare a migliorare per stare accanto ad una persona. Chi scappa troverà un attimo di pace magari ma prima o dopo si ritroverà soffocato nuovamente dagli stessi problemi. I problemi vanno affrontati, insieme, per davvero. Ho le idee chiare in materia e so bene che stare con me non è una cosa facile ma potrebbe valerne la pena.

Parentesi riflessiva a parte, torniamo a noi, all’Aisha dura, tutta d’un pezzo che mi piace far credere di essere.

Arriviamo anche a casa di Alice, le suoniamo il clacson ed esce tutta in tiro, come suo solito.

“Ragazze devo dirvi una cosa!”

Esordisce così, ancor prima di salire in auto, proprio non vedeva l’ora di vuotare il sacco. Ci racconta della notte trascorsa con Victor, momento all’insegna della passione. Dentro di me provo una sana invidia. Sentir parlare di queste cose, con l’entusiasmo che meritano, mi fa davvero pensare, che tutte le mie paranoie per Marco, siano solo un’immensa perdita di tempo. Vorrei anche io, poter vivere questa storia con la favolosa spensieratezza, che leggo negli occhi di Alice. Ci racconta i particolari della serata trascorsa. Dentro di me ripercorro l’ultima notte con Marco. Riconosco la passione ed il trasporto. Decido di raccontare loro gli ultimi avvenimenti. Non riesco più a tenere quelle emozioni solo per me. Naturalmente loro nell’ascoltarmi, non mostrano entusiasmo nei confronti dell’accaduto, come potrebbero, lo odiano. Chiara tronca il tutto sdrammatizzando:

“Sai cosa ti ci vuole Aisha? Una bella botta da Mister X! E vedrai come passa tutto.”

Bastasse un Mister X, per risolvere le cose. Prendo la battuta per quello che è e chiudiamo subito la parentesi. Arriviamo al locale, che sembra esser già bello in festa. Ci avviciniamo al bancone. Marco è lì.

Si trova dalla parte opposta del bancone fatto a cerchio. Esattamente difronte a me, mi fissa con i suoi occhi chiari, nascosti dalla luce scura del locale.

Ero psicologicamente preparata, niente panico. Sapevo che avrei potuto incontrarlo.

Tiro fuori tutto il mio savoir faire e gli faccio un piccolo cenno di saluto con la testa. Voglio mostrarmi superiore, ignorarlo sarebbe da bambina. Sorridi, al nemico dà fastidio.

Alice e Chiara lo vedono. Sbuffano e mi chiedono subito se voglio cambiare locale. Neanche per idea, resto qui. Passiamo il tempo ad una distanza di sicurezza stabilita dal buon senso. Mai troppo vicini, mai troppo lontani.

Vibra lo smartphone:

Marco: -Sei mia, non ci posso fare nulla. –

I miei occhi lo cercano. Incrociamo gli sguardi, si crea la connessione: in quest’istante è come se tutta la gente attorno sparisse all’improvviso. Solo lui ed io. Scatta qualcosa in me. D’improvviso quel messaggio risveglia una rabbia spropositata. Non può trattarmi così: mi prende, mi getta e mi riprende a suo piacimento. Sono io a permettergli tutto ciò. Basta. Mi avvio verso l’altro lato del locale, mi avvicino di getto a lui, in modo diretto, proprio come se volessi baciarlo all’improvviso. Lui è spiazzato, lo vedo in palese difficoltà, non sa cosa aspettarsi. Solitamente non mi comporterei così in pubblico e davanti ai suoi amici ma sono fuori di me. Mi fermo ad un centimetro dal suo naso e scandisco bene le parole:

“Smettila. Sta lontano da me.”


( L’Aisha di questo pezzo sembra essere una donna diversa,più forte e decisa, vi piace questo suo aspetto? La aiuterà? ditemi la vostra!)

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