In giro per il villaggio ci sono anche tutti gli altri, siamo in molti qui a tenere su la baracca, ma talvolta ho la sensazione che esistiamo solo noi tre: il capo, la ragazza del mini club ed io. Loro due vanno a letto insieme dall’inizio della stagione, è un segreto. Uno di quei segreti che tutti conoscono, un po’ come le corna negli anni ‘50. Bastava farle in silenzio. Lei si confida molto con me, penso di essere la sua preferita all’interno del gruppo, penso che possiamo anche definirci amiche, amiche d’estate. Non so quanto durerà il nostro rapporto una volta che arriverà il freddo. Certe persone sono solo di passaggio, eppure in quel passaggio contano molto. Quando mi parla di lui si percepisce che è presa, si vede che ha smesso di andarci a letto solo per il gusto di farlo. Ma temo che la loro relazione non sopporterà una temperatura al di sotto dei dieci gradi. Non sarò io a spiegarglielo, ci penserà il freddo. Mi racconta tutto, anche i dettagli più intimi e io la ascolto, stringendomi l’elastico della coda. Porto sempre i capelli raccolti in una coda di cavallo perché mi fa sembrare più ordinata, me l’ha messo in testa papà. Il primo elastico e questa convinzione sono opera sua. E poi fa caldo, d’estate si schiatta di caldo. Starsene con i capelli sciolti equivarrebbe ad entrare negli inferi cosparsi di benzina. Qui a Sharm el Sheik la temperatura è fuori controllo, quando soffia il vento è come se qualcuno accendesse un enorme phon e te lo puntasse contro. Un phon che, da quattro mesi a questa parte, uso per asciugare la mia lunga, liscia ed ordinata coda di cavallo. È del colore delle spighe, che erano anche il mio simbolo di riferimento all’asilo. Seguivo le spighe, era divertente. Le trovavo nell’armadietto, sullo zainetto e in sala mensa. Bizzarro che i miei capelli siano diventati proprio di quel colore. Quando lavoro la mia coda oscilla a destra e sinistra, talvolta l’elastico che la tiene unita si allenta e devo dargli una sistematina. Non la sciolgo mai, preferisco restare ordinata. Me lo diceva papà. Me lo suggerisce il caldo. Me lo impongo da sola.
Mentre mi muovo a ritmo, la mia coda è l’unica che può prendersi la briga di andare contro tempo. Beata lei, io se sbaglio un beat non mi do pace per l’intera giornata. Sono un’istruttrice di fitness, con i beat ci faccio i soldi, devo portare loro rispetto. Ogni giorno ho il compito di far muovere le signore dentro la grande vasca del Resort, più di ogni altra cosa cerco di farle divertire. Loro sono in vacanza, sono qui per questo. L’unico altro vero motivo per fare ginnastica, quando potresti startene sotto l’ombrellone, è poterti strafogare con qualche senso di colpa in meno al buffet. Le comprendo, credo farei lo stesso. Adoro mangiare, adoro far muovere tutta quell’acqua e le due cose vanno a braccetto. Di tanto in tanto c’è anche qualche uomo nella vasca. Lo so io perché gli uomini vengono alle mie lezioni. A loro non interessano le brioches. Il capo gira per la piscina, controllando che tutto scorra a ritmo di musica e che le persone galleggino e sorridano. Di solito mi lancia un’occhiatina d’intesa e poi se ne va. Lui non ha nemmeno un capello, è pelato. Poi c’è lei, la ragazza del mini club. È dolce e premurosa, sa tenere in braccio anche tre bambini alla volta. Io non ne sarei capace. Ha i capelli corti, lisci e color caffè. Talmente lisci che può tenerli sempre sciolti, le stanno comunque in ordine. Anche quando fa la baby dance, anche quando gioca ad acchiapparella. I miei se li sciolgo impazziscono. Lui è un tipo strano, non è nemmeno bello, eppure per sua natura si fa guardare ed incuriosisce. Ha uno sguardo serio con cui osserva il mondo e, nel suo viaggio, spesse volte si sofferma su di me. Ed io me ne accorgo, eccome se me ne accorgo. E mi sistemo la coda, cambio l’elastico se necessario, sostituendolo con uno più forte. Finiamo vicini molto spesso, soprattutto quando lei è al mini club, e noi ce ne stiamo nell’anfiteatro a preparare gli spettacoli per la sera. Lui tende a scegliermi sempre come compagna di danza. Siamo tante cose insieme: Danny Zucco e Sandy, Christian e Satin, quelli di Chicago, quelli che tanto alla fine si baciano. La ragazza del mini club non sa ballare e pensa che lui mi scelga per questo motivo. Lui, tra un passo di danza e l’altro, invade spesso il mio spazio vitale. È bella la danza, ti dà il permesso. Quando balliamo insieme, ho la sensazione che la mia coda si voglia liberare, oscilla a destra e sinistra, su e giù; è tremenda. Appena posso, la risistemo. Ho fatto così per l’intera stagione. L’ho stretta talmente forte che poi, quando mi buttavo sotto la doccia, durante lo shampoo sentivo il bisogno di grattarmi la nuca a più non posso.
«La settimana prossima torno a casa» mi ha detto la ragazza del mini club.
Due sensazioni mi hanno invasa. Per prima la malinconia. La consapevolezza che la stagione, e tutto ciò che vi si era cucito attorno, stavano per finire. La temperatura piano piano sarebbe scesa. Nessuno vorrebbe mai che l’estate finisse per davvero. La seconda, che in realtà mi ha assalita per prima, aveva a che fare con i miei capelli. Sarei voluta correre sotto la doccia.
È partita. Quella stessa notte ho ricevuto un messaggio.
-Vieni in camera mia?-
Come se fosse la cosa più normale del mondo, come quando il barista ti chiede cosa vuoi ordinare. Mi sono piazzata davanti allo specchio, ho stretto forte l’elastico e sono andata da lui. Il capo ha continuato a comportarsi in modo sciolto, come se stare lì, insieme, in quella stanza, fosse una cosa che tanto prima o poi sarebbe dovuta accadere. Come se in qualche modo ci fossi andata tutte le sere. Forse era così. A lui la parte del disinvolto è venuta meglio. Sarà perché non ha nemmeno un capello, o sarà perché ha vissuto undici estati più di me.
«Guardiamo un film?» mi ha chiesto.
Mi sono seduta sul letto, al suo fianco, e ci siamo accaniti contro il telecomando. Fino a quando ha cominciato a giocherellare con i miei capelli. Il mio corpo si è irrigidito e poi sciolto, tutto insieme.
«Perché non ti sciogli mai i capelli?»
«Perché se li sciolgo succede un casino.»
Una Bionda e Una Penna
