È cominciato tutto un mesetto fa, aprendo il portone di un canile. Mi sono guardata attorno e ho incrociato tutti i loro sguardi, dietro le sbarre dei box. Aiuto. Erano tantissimi. Ho provato a fare la dura ma a cinque minuti dall’entrata, ero già in una valle di lacrime. Sarei voluta uscire all’istante, sarebbe stato molto più facile non continuare ma mi sono detta che era arrivato il momento di andare fino in fondo e di vedere con i miei occhi. La cosa che più mi ha colpito, è che quei cani non erano affatto tristi come li immaginavo, anzi erano vispi e pieni di energia, con una voglia di contatto pazzesca. Degli esseri meravigliosi, che apparentemente non avevano niente di meno di Zen, il mio super amico a quattro zampe. Uno quando pensa al cane del canile, lo immagina un po’ malandato e non di certo in splendida forma ma non è così. Loro erano belli, belli per davvero. Questa cosa mi ha un po’ sollevata, lì almeno sono trattati bene, grazie all’amore di tutti i volontari che li accudiscono ogni giorno. Resta però il fatto che nessuno di loro ha un padrone e una vera casa. La loro vita è una vita da rifugio. Ricevono amore ad orari e turni stabiliti e ogni notte sono soli. Inverno, primavera, estate ed autunno. Sono abituati a quella realtà, ma vivere dentro ad un box realtà non è. Mi sono chiesta quanti di loro avessero davvero conosciuto cosa può voler dire essere un cane felice. Leggendo le loro storie infatti ho appreso che molti sono stati cuccioli di casa, diventati poi scomodi per i più assurdi motivi. Mi ha sconvolta il fatto che su 100 ospiti (chiamiamoli così) le femmine saranno state circa sei, tutti gli altri erano maschi. Sapete il perché? Il maschio per far la pipì alza la zampetta e brucia dunque le piante. Sporca di più ed è più vivace. Davvero dei buoni motivi per sbarazzarsene! Ho subito pensato all’ aiuola che ho nel mio giardino, effettivamente fa al quanto schifo. Ha più terra fuori che dentro e qualche piantina è malandata. Zen ama fare le buche e quindi è lui a prendersene cura e se io provo a sistemarla lui prontamente le rifà il look, che più gli garba. Questo per noi non è mai stato un problema, anzi ormai ci ridiamo su, forse un giorno la recinteremo, o forse no. Sembra però che non tutti la vedano così.
Sono tornata a casa con un tornado dentro e mi sono detta che questa forte esperienza doveva trasformarsi in qualcosa di positivo. Volevo un senso. Ho coinvolto subito quel gigante buono del mio ragazzo, che per mia immensa fortuna mi ha appoggiata. È da qui che è cominciata la nostra ricerca. Non potevamo aiutarli tutti, ma una su un milione sì. Ci siamo documentati al meglio, per cercare di fare la miglior scelta possibile, partendo dal presupposto che in casa nostra c’è Zen, un maschietto grintoso e territoriale dal carattere forte. Ho imparato infatti che la scelta non va fatta solo col cuore ma serve anche l’intelligenza e bisogna esser pronti a lavorare insieme, per poter essere felici e trovare il giusto equilibrio tra tutti i membri della famiglia. È proprio da qui che è entrato in scena Cuore Husky Rescue, una community con la missione di salvare, recuperare e trovare una nuova famiglia prevalentemente a cani nordici, lupoidi, pastori e loro mix, maltratti e abbandonati. Era proprio ciò che faceva al caso nostro. Ci siamo messi subito a ‘sfogliare’ la loro home (lo so è brutto da dire, perché sembra di parlare di un catalogo, ma alla in fin dei conti è così, visto che i cani sono tantissimi). Abbiamo letto così tante storie che davvero non sapevamo a chi dare la nostra preferenza. È una frase costruita ma vera: ‘li avremmo presi tutti’. Fatta l’obbligatoria cernita, abbiamo inviato la nostra richiesta e di pronta risposta, alla velocità della luce, ci è arrivato il questionario da compilare, per valutare l’idoneità della famiglia adottante. Un questionario lunghissimo. Con tantissime domande, che scavano a fondo sulla motivazione e l’attitudine di chi sceglie di adottare. Dietro ogni domanda e l’impegno che comportava la risposta, immaginavo un volontario, che anche in questo modo protegge quelle anime pelose. Ci ho messo ben due ore a compilarlo tutto. Ho dovuto perfino immaginare come avrei gestito i cani qualora mi fossi lasciata con il mio lui. Un momento goliardico di coppia che vi risparmio. Ho inviato tutto e il giorno dopo un volontario era già fisicamente a casa nostra per fare il controllo dell’ambiente in cui il cane avrebbe vissuto. Un tempismo che ci ha spiazzati, da lì abbiamo capito che Husky Rescue non perde tempo. Questi cani vanno aiutati il prima possibile. Abbiamo ottenuto così l’idoneità sia come persone (Zen incluso), che come ambiente. Era tutto pronto, bisognava solo individuare la nostra anima pelosa in mezzo a tante storie e tanti nomi. La nostra attenzione è caduta su Misty, un incrocio Husky con un musetto da lupetto simile a quello del nostro Zen e degli occhi giganti che ci hanno trasmesso una dolcezza infinita. Era lei. Misty era il nostro Cuore Husky Rescue. Leggendo bene l’annuncio ci siamo però accorti che si trovava a Dubai. Subito ci è sembrato un grosso limite. Era forse meglio valutarne un’altra? No, volevamo andare a fondo e capire perché questa associazione si occupasse anche di cani che vengono da così lontano. Abbiamo scoperto così una triste realtà.
A Dubai il fenomeno dell’acquisto degli husky è totalmente fuori controllo. Moda.
Le persone che vivono lì (arabi ma anche occidentali e asiatici) acquistano a caro prezzo i cani dagli allevatori che li selezionano. Cuccioli ‘instagrammabili’ nuovi di zecca. Un cucciolo però cresce alla velocità della luce e incredibile ma vero diventa… GRANDE, che per qualcuno è sinonimo di ingombrante e scomodo. Mettici poi che a Dubai le leggi sono tutt’altro che pet-friendly e che chi si prende un cane è più facilitato ad abbandonarlo che a tenerlo. Dovete sapere infatti che molti palazzi non permettono l’accesso ai cani, i condomini possono chiedere alla polizia di sequestrarli, le aree pubbliche cittadine sono quasi sempre vietate.
Ne consegue che spesso i cani non più desiderati vengono “semplicemente” messi in strada. Dubai è però una città costruita nel deserto. Ve lo immaginate un cane in questa situazione, costretto dunque a soffrire di temperature infernali? Muoiono più di sete che di fame. Se questi cani vengono prelevati dalla municipalità comincia per loro il conto alla rovescia. Entro qualche mese se non trovano una sistemazione vengono soppressi.
Benvenuti a Dubai! Welcome!
Da lì abbiamo subito stabilito che Dubai non doveva essere un limite. Non importava da dove venisse, noi volevamo aiutarla. Si adottano bambini da tutto il mondo, vuoi che far lo stesso ragionamento per un cane sia follia? Se è così, lasciateci pure essere folli.
Husky Rescue si è subito messo in moto ‘per noi’ e grazie alla collaborazione con 38Smiles, l’associazione di Dubai, ha reso possibile che Misty arrivasse da noi. E’ stato tutto velocissimo. Quando si dice che l’amore non ha limiti.
E così il 6 Aprile, Misty insieme ad Hatchi (un altro cane adottato) è volata da Dubai a Venezia. Tutto questo è stato possibile grazie a: 38Smiles che ha curato tutta la documentazione e ha sponsorizzato il viaggio (grazie Elzaan!), ad Anna di Husky Rescue che è stato il nostro tramite e che non smetterò mai di ringraziare e messaggiare (sei per noi un punto di riferimento importantissimo) e a una splendida volontaria Luana, la nostra flight buddy, che si è presa l’onere di far viaggiare con sé i due cani. Siete stati tutti essenziali e fantastici.
Ed ora eccoci qui. Tutti a casa! Il primo giorno è stato uno spasso. Abbiamo fatto incontrare Misty e Zen in un’area cani e si sono subito piaciuti. A casa hanno continuato a giocare. Il giorno successivo è stato un po’ più difficile, perché Zen ha capito che Misty non era più un ospite temporaneo ma parte integrante della famiglia e quindi abbiamo avuto qualche scenata di sana gelosia, che ora stiamo imparando a gestire. Lavoreremo sodo per trovare il giusto equilibrio, qualche giorno sarà facile e qualche altro meno ma volere è potere. In questo istante li ho entrambi stesi sul divano, che dormono come sassi dopo una bella camminata. Mi si riempie il cuore a guardarli. Ogni giorno faremo insieme delle piccole conquiste, ne sono certa.
Cosa c’è di meglio dell’amore che è in grado di dare un cane??? Quello di due cani!
Ho voluto raccontarvi quella che è stata la mia esperienza con Cuore Husky Rescue, perché ritengo che di certe cose è necessario parlarne, scriverne e condividerle il più possibile. Sapere è un punto di partenza importantissimo. Personalmente ho imparato tantissimo e ora sento di avere una piccola missione: vorrei cercare di aiutare più pelosi possibile e di far capire quanto sia importante adottare un cane. In milioni aspettano di trovare un padrone e una casa. Provate a farvi un piccolo esame di coscienza e a capire se magari uno su un milione lo potete aiutare anche voi! Basta avere un cuore, il resto vien da sé.
Adottiamo! Adottiamo! Adottiamo!
Condividiamo! condividiamo!
Una Bionda e Una Penna.
un saluto da Misty