Che fate oggi? Andiamo in Thailandia? -parte 3-

PHUKET GIORNO 4:

Sveglia ore 4.40 AM. Siamo ufficialmente due rincoglioniti ammutoliti che vagano per la stanza in cerca di un costume e dello stretto necessario per l’escursione. Nessuno dei due emerge per la grinta e l’energia. È illegale svegliarsi a queste ore del mattino ma per lo stralcio di mondo che stiamo per vedere, vogliamo credere che ne valga la pena. Usciamo dall’hotel sempre in modalità zombie e ci mettiamo visibili lungo strada, pronti per il pick up. Fa sorridere vedere che perché per noi sta cominciando un nuovo giorno ma per qualcuno la serata precedente deve ancora terminare. Ci sono molti giovani in outfit da discoteca che girano ancora per le strade, qualcuno barcolla, qualcuno ride, qualche altro grida e si confronta con il post sbornia. Una piccola parte di Patong è ancora in festa.

Veniamo prelevati da un mini bus e sono talmente rintontita dal sonno che appena salgo, rivolgo a tutti un bel buongiorno e subito dopo sentendo un silenzio tombale, capisco che di svegli ce ne sono forse due e di italiani nessuno. Olè. Mi riprendo il mio fallito buongiorno senza risposte e mi siedo silenziosa. Il bus ci porta al porto, dove conosciamo la nostra guida della giornata. Un simpatico italiano di una certa età con le sembianze da vero lupo di mare, già mi ispira! Entriamo subito in confidenza con lui, essendo gli unici italiani del gruppo. Tempo di organizzarci un attimo ed è subito ora di salpare!

Sul molo veniamo però fermati da un fotografo, che ci chiede di metterci in posa. Avete presente come può venire una foto con le facce addormentate delle 5 del mattino?!? Ecco, ve lo lascio immaginare. Vi dico solo che a fine gita, il mio uomo ha anche deciso di comprarla come ricordo. Ad oggi ancora rido ogni volta che passo davanti al mobile di casa dove è appoggiata. Altro che i super effetti di instagram: io sembro Casper addormentato e il mio lui un gigante bianco vicino a Casper.

Ma basta perderci in chiacchiere, la gita comincia e troviamo subito un valido motivo per esserci svegliati così presto: l’alba in mezzo al mare. Uno spettacolo che in vita ancora mi mancava. Una ricarica di energia naturale oserei dire.

Percorriamo un bel po’ di miglia con il nostro motoscafo e finalmente dopo esserci gustati moltissimi panorami di natura incontaminata e di isolette in mezzo al mare, arriviamo nella prima meta del giorno: James Bond Island.

Una piccola isoletta facente parte della baia di Phang Nga, diventata famosa dopo il film di James Bond appunto e conosciuta ormai popolarmente con questo nome. Un’isoletta graziosa, caratterizzata da rocce dalle forme singolari che fuoriescono dal mare e che rappresentano l’immagine popolare legata all’isola. Viste e stra viste in foto. Infatti appena scendiamo dalla barca, mi accingo subito a cercarle, ma non riesco ancora a vederle. Ho urgenza di fare una tappa al bagno, così mi slego un attimo dal gruppo e seguo le indicazioni per la toilette. Ho così una bellissima sorpresa: SBAM, girando dietro una curva, me le ritrovo davanti in tutta la loro bellezza e maestosità.

Sono sola, mi godo per un attimo la vista e mi rendo conto di esser davvero la prima della giornata ad averle viste. Sono dentro l’immagine che tanto ho guardato da casa. Mi risveglierei alle 4.40 di mattina all’istante per tutto ciò. C’è una bellissima pace in questo posto e chi ha scelto di girarci un film, aveva davvero tutte le ragioni per farlo. Al diavolo la pipì, corro dal mio lui e lo invito a seguirmi, per permettergli di poter vedere in esclusiva tutto ciò. Siamo davvero i primi nell’isola e il tutto assume un valore ancora più prezioso, un momento da gustare: qui ed ora. Facciamo le foto di rito e fa specie pensare che siamo soli in un posto così popolare e che non dobbiamo guerrigliare con nessuno per avere lo sfondo delle nostre immagini libero. Non dobbiamo aspettare il nostro turno per scattare la foto. Soli soletti.

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Dopo un po’ arrivano anche gli altri del gruppo. Lasciamo loro lo spazio per sbizzarrirsi con le foto e noi intanto ce ne andiamo a zonzo per l’isoletta. Non abbiamo molto tempo a disposizione, infatti in un lampo è ora di risalire in barca: direzione foresta delle mangrovie. Questa è una parte della gita che leggendo da casa, mi ispirava un bel po’. Avremmo visitato questa vera e propria foresta marina con delle canoe, accompagnati da gente del posto.

Il nostro capo canoa ha poco più di 16 anni ma con la pagaia in mano dimostra l’abilità di un vero e proprio esperto. Fluttuiamo così attraverso queste piante meravigliose che ci avvolgono, vediamo simpatici animaletti qua e là e passiamo sotto qualche grotta. Più dentro la natura di così non si può.

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Pensate che le foreste di mangrovie durante lo tsunami del 2004 furono molto utili, perché per quanto la distruzione arrivò in questa terra senza pietà, esse limitarono e non poco i danni, facendo da cuscinetto e protezione alla violenza che salì dal mare. Immaginate perciò quanto queste piante siano grandi, radicate e immensamente forti.

Riprendiamo poi il motoscafo e ci dirigiamo alla volta del villaggio degli zingari del mare. Una vera e propria popolazione che vive sull’acqua. Palafitte come case, un campo da calcio galleggiante, una scuola e uomini e donne intente alle loro attività. Tutto normale, se non fosse che queste persone vivono isolate e sul mare e conservano gelosamente la loro identità. Nessuno può entrare a far parte del loro piccolo popolo. Hanno poco, pochissimo ma sembrano davvero avere tutto. Ricordo tre bambini che giocano nudi sul sorprendente campo da calcio galleggiante e che quando finiscono fuori campo, cadono in acqua.

“Tranquilla, questi ragazzi imparano prima a nuotare e poi a camminare.” Mi avverte la guida.

Penso subito alle nostre mamme occidentali, che molte volte tengono i loro figli sotto una campana di vetro e che stanno attente anche alla più banale delle postille, per far sì che i bambini siano ‘al sicuro’. E poi guarda qua: bambini liberi, allo stato brado ma con dei sorrisi e delle risate che fanno pensare solo a quanto si stanno divertendo con le loro ginocchia sbucciate. Gli eccessi non vanno mai bene ma è anche vero che c’è sempre qualcosa da imparare.

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Segue la tappa del pranzo in un’isoletta niente male. Una volta sbarcati, delle jeep molto caserecce e dalla guida spericolata, ci portano attraverso l’isola e tra le numerose piantagioni di banane, fino ad un villaggio di locali e lì mangiamo l’ennesimo splendido e gustosissimo thai food. Tutto ciò che ci circonda è fantastico.

E’ giunta l’ora dell’ultima meta, che prevede un giusto finale: spiaggiarsi in un’isola mozzafiato: Ko Yao Yai. Ci riempiamo gli occhi di mare, sabbia fina e acqua cristallina. Stendiamo i teli mari e possiamo solo darci ad una splendida nuotata. Il paradiso, un’altra volta. Finiamo di rilassarci su di un’altalena fatta con dei solidi tronchi d’albero. Ho così la conferma che certe cose non accadono solo nei film.

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Un’escursione da 10 e lode!

Tornati verso l’hotel, abbiamo ancora una parte del pomeriggio davanti e decidiamo di non svenire a letto, sarebbe bello ma sarebbe anche uno spreco. Ci facciamo forza e ci dirigiamo a Patong Beach, la spiaggia vicina al nostro hotel, per goderci un altro tramonto dalle mille sfumature. Lo spettacolo ci lascia senza fiato. Il rosso è il mio colore preferito e vedere in cielo tutte le sue sfumature è meraviglioso.

Oltre al tramonto in cielo si innalzano numerosi parapendii. Dovete sapere che Patong Beach è famosa per quest’attività. Il tutto sembra davvero divertente ed è coordinato da molti ragazzi del posto. Contate che ogni 20 metri c’è una postazione, quindi i parapendii salgono e scendono di continuo, tanto che in spiaggia bisogna sedersi nei posti giusti, sennò si rischia letteralmente che qualcuno plani sulla tua testa. I coordinatori dell’attività sono dei simpatici selvaggi: alcuni si occupano di sistemare bene l’imbragatura e l’aggancio sicuro del cliente, altri prendono le prenotazioni (che sono moltissime) e uno di loro li accompagna nel giro. La cosa singolare è che non usa nessuna protezione per farlo, corre attaccato al parapendio fino a che questo non si alza in cielo e a quel punto si arrampica e si incastra ‘comodo’ tra i fili dello stesso. Tutto questo con la sola forza di braccia e mani. Fa paura solo a guardarlo, ma è così agile che il tutto sembra un gioco da ragazzi.

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Risaliamo dalla spiaggia che è ormai buio, nessuno dei due ha voglia di rientrare per fare una doccia e uscire nuovamente, decidiamo così di mangiare nelle tante bancarelle di cibo di strada e di sederci dove capita. Vita da isolani e infinita tranquillità: BINGO. Finché assaporiamo le nostre prelibatezze, con i piedi sulla sabbia, in cielo notiamo una serie di lanterne che partono dalla riva, oggetto simbolo di questo paese. Perfetta conclusione di un’impegnativa giornata in questa splendida Thailandia.

Ci fiondiamo poi a letto, dato che la sveglia del giorno seguente sarebbe suonata tanto per cambiare molto presto. Ore 6.00 AM in piedi ‘pronti’ per dirigerci al Santuario degli Elefanti. Mai stanchi all’apparenza!

Tenevo particolarmente a questa escursione, tanto che l’avevo già prenotata da casa per esser sicura di non perderla. Il tutto consiste nell’andare a trovare e conoscere gli elefanti in un luogo dove sono liberi e felici. Nulla a che vedere con il salirgli in groppa, attività purtroppo assai diffusa in Thai, che nuoce alla schiena di questi poveri elefanti, dato che in natura non sono fatti in alcun modo per questo.

Il pick up che dà inizio all’escursione avviene con un avventuroso viaggio in tuk tuk. Ed ‘avventuroso’ è un grande eufemismo e complimento. Veniamo caricati sul bagagliaio di questo mezzo tipico insieme ad altre giovani coppie straniere e sfrecciamo per le strade. Inutile dire che anche quest’autista sembra un tantino folle, se aggiungiamo poi che ogni 50 metri il pezzo che tiene chiuso il posteriore del tuk tuk continua ad aprirsi e rischiamo ogni volta di volare tutti fuori, magari rendo bene l’idea. Un simpatico tragi-comico risveglio, con relativo trauma. Finalmente dopo un’oretta e mezza di strada con le innumerevoli soste per cercare di sistemare il tuk tuk, arriviamo al santuario.

Il posto non è altro che un villaggio di poche persone in aperta campagna per dirla all’occidentale e oltre agli abitanti ci sono ovviamente questi splendidi elefanti, che girano liberi e in totale serenità. Veniamo subito accolti dal responsabile del gruppo, che solo a guardarlo negli occhi ci fa percepire la sua bellissima anima e persona. Fa un discorso introduttivo per spiegarci in cosa consiste la loro attività e ci dà subito conferma della bella impressione che ci aveva appena fatto. Il villaggio era nato come una piccola attività, pensata per salvare alcuni elefanti usati per il circo o per scopi meramente turistici. Il numero di elefanti adottati è andato via via crescendo di anno in anno, fino a dover metter in piedi un altro villaggio. Esistono infatti due camp che svolgono questo lavoro. Ovviamente il tutto ha costi molto alti, motivo per cui hanno inventato l’attività che stavamo andando ad affrontare: conoscere, interagire e giocare con questi giganti buoni. Un progetto guidato interamente dall’amore incondizionato che questa gente ha nei confronti degli elefanti, che sono per loro animali sacri. È bellissimo vedere i bimbi del villaggio interagire con loro in totale armonia. Giganti e bambini.

Cominciamo così questa splendida avventura, seguendo le istruzioni dei ragazzi. La prima parte consiste nel farci conoscere e nel fidelizzare gli elefanti, il tutto avviene attraverso il cibo. Prendiamo due secchi ciascuno e li riempiamo di banane e fette di anguria a più non posso. Raggiungiamo poi gli elefanti e seguendo i consigli delle guide diamo loro il cibo. Basta allungare qualche banana o un pezzo d’anguria e una simpatica proboscide è subito pronta a rubarti il bottino e a chiederne subito un altro. L’alternativa per dar loro del cibo è farlo direttamente dalla bocca e devo ammettere che fa un certo che sentire la loro lingua gigante che tocca la tua mano.

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Gli elefanti sono una quindicina, c’è il grande e il piccino e la nostra volontà è quella di conoscerli tutti. Ci perdiamo così in questo momento tutto da vivere. Guardare questi elefanti negli occhi è davvero emozionante, ti fanno subito capire che sono buoni da morire, che vogliono giocare con te e ovviamente scroccarti più banane possibili! Ad un certo punto arriva un ragazzo del posto in scooter e si ferma poco distante dal nostro gruppo. Subito uno dei piccoli elefanti si allontana da noi per andargli incontro. Uno dei signori più anziani mi spiega che questi animali hanno memoria e che l’elefantino è molto affezionato a quel ragazzo e ama passare il suo tempo con lui, li definisce amici. Spettacolo. Il piccoletto infatti si fa spupazzare dal ragazzo proprio come noi faremmo con i nostri cani. Questo posto ai miei occhi diventa sempre più autentico.

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Passiamo poi alla seconda attività della giornata. Ci spostiamo con gli elefanti in una sorta di spiazzo fatto di terra e ci invitano a metterci il costume, perchè di lì a breve sarebbe iniziato il bello. Le guide prendono in mano delle enormi canne dell’acqua e cominciano a spruzzare verso di noi. In un attimo la terra diventa fango e il tutto si trasforma in una festa. Gli elefanti sguazzano nel fango e noi liberi di sporcarci in mezzo a questa natura torniamo bambini. Oltre a tirarci palle di terra, procediamo anche ad infangare con cura gli elefanti. Per la loro pelle questa è una vera e propria cura di bellezza, uno scrub naturale che si lasciano fare con piacere. Come ogni cura termale che si rispetti arriva anche il momento di sciacquarsi per bene e il tutto avviene all’interno di una pozzanghera gigante. Facciamo un vero e proprio bagno con gli elefanti con tanto di spazzola alla mano per poterli pulire bene. Una figata pazzesca. So che buttarsi dentro una pozza non è proprio il sogno di molti ma vi assicuro che è una delle cose più divertenti che abbia mai fatto.

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Pensate che di tutto il gruppo solo una coppia non si è buttata e a guardarli con i loro abiti puliti mi facevano un sacco di tristezza, si stavano perdendo un’esperienza davvero unica. Gli elefanti in acqua sono a totale loro agio, si rotolano e giocano come dei bimbi e qualcuno spruzza anche dalla proboscide. Mi si riempie davvero il cuore a ripensando a questo momento.

Salutare questi animali, il posto e le splendide persone che lo gestiscono è stato un po’ triste. Eravamo lì da poco ma l’esperienza condivisa è stata così intensa da aver creato una sorta di legame umano non del tutto indifferente. Non smetterò mai di ringraziare questo posto per le emozioni che ci ha regalato. Andate avanti così ragazzi!

Torniamo in hotel cotti ma felici, avendo avuto la così detta botta di grazia con il viaggio di ritorno in tuk tuk. Copia e incolla dell’andata, solo che ormai siamo diventati abili ad aggiustare il pezzo che si stacca di continuo!

Dopo una piccola siesta è la volta di rincontrare il nostro autista di fiducia per farci portare in un posto davvero speciale: il Big Buddha. Un’enorme e mastodontica statua collocata nel punto più alto dell’isola, sopra la collina.

Arrivati a destinazione ci sentiamo subito delle piccole formichine, perché alzando gli occhi ci rendiamo conto di esser sotto una statua dalle dimensioni al quanto singolari. 45 metri di statua rivestita di marmo bianco, che si innalzano sopra un’imponente scalinata. Uno spettacolo impressionante. Trovandoci sulla cima della collina ad orario del tramonto, abbiamo anche una bellissima vista a 360 gradi sull’intera penisola di Phuket. Una tappa da non perdere.

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Torniamo in hotel con una carica di emozioni pazzesche, dopo questa giornata così varia la sete di scoprire questo splendido posto, in ogni suo angolo, è sempre più forte. Recuperiamo le forze con una bella cena Thai e puntiamo nuovamente la sveglia alle 4.45 del mattino, pronti per la prossima avventura nell’incantevole isola di Ko RoK Noi.

…..CONTINUA….

Una Bionda e Una Penna

a presto!

One Reply to “Che fate oggi? Andiamo in Thailandia? -parte 3-”

  1. Anche oggi ho viaggiato con voi …grazie x aver saputo trasmettere e cogliere emozioni vere che solo chi si lascia coinvolgere ha la fortuna 🍀 di vivere!!!

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