Dannazione, sono in seria difficoltà. Loro sono davvero carine e mi rendo conto, che mi sto comportando come un coglione. Aisha mi starà odiando in questo momento, ne sono certo. Non riesco però a non pensare a ciò che mi è successo oggi. Non so più quale sia il posto giusto per me. Forse non avrei dovuto accettare questo invito, non sono dello spirito adatto per poter sostenere questa conversazione.
“Facciamo un altro giro di amari?”
La proposta di Alice sembra essere la cosa migliore. Magari con qualche goccia d’alcool in più, riuscirò a schiarirmi le idee. Mi aspetta una nottata piena di pensieri. Devo fare chiarezza. Non ho molto tempo per prendere questa decisione. Devo capire cosa dire e cosa non dire ad Aisha, ho paura di ferirla. Butto giù il Montenegro con la speranza che si porti via qualche pensiero. Aisha mi lancia delle palesi occhiate, per cercare di capire cosa stia accadendo. Riesco solo ad abbassare lo sguardo. La sto deludendo dannazione.
“Che dite ragazze ci muoviamo da qui?”
Chiara avanza la proposta, che mi sembra essere finalmente un’ancora di salvezza. Ho bisogno di andarmene a casa e di riordinare i pensieri. Non potrei reggere un minuto in più.
Alice: “Lorenzo vuoi unirti a noi per la serata?”
Noto subito che Aisha le lancia un’occhiataccia, come per dirle: che diavolo stai facendo? Ci penso io a toglierla dall’imbarazzo, dato che è l’unica cosa che ora possa fare:
“No ti ringrazio molto, ma ho avuto davvero una giornata pesante, preferisco tornare a casa.”
“Ok come preferisci. Chiara mi accompagni in bagno?”
Chiara e Alice stanno palesemente tagliando la corda per lasciarci un attimo soli. C’è della tensione ed è chiaro a tutti. La cosa mi spaventa un bel po’. Aisha non è quella che fa finta di nulla, mi chiederà subito, dritta come un treno, che cazzo mi sta succedendo. E io che le dico? Non posso di certo dirle che oggi a lavoro mi è stato offerto l’incarico che desideravo da una vita, ma che questo implica fare i bagagli alla svelta e tra una settimana circa andarmene a lavorare in Germania, per almeno sei mesi. Non sono pronto ad affrontarla, almeno non fino a quando non avrò le idee chiare sul da farsi. Prima di conoscerla non ci avrei pensato mezzo secondo difronte ad una proposta simile, ma oggi quando mi è stata fatta, il mio primo pensiero è stata lei. Sei mesi non sono un’eternità ma il nostro rapporto è così fresco e così bello che è troppo presto per metterlo difronte a questa prova. Potrebbe non reggere. Poi lei qui è circondata da tizi che le fanno la corte, non potrei mai convivere con questo pensiero ed essere distante tutti quei chilometri. Sarebbe un inferno. Potrebbe cadere in tentazione, in fondo non ci conosciamo da una vita, per quanto il nostro rapporto sia stato una scossa fortissima per entrambi. Stiamo benissimo insieme, dovremmo viverci ogni istante ora, non di certo separarci. Proprio l’altra sera le ho detto che per me l’amore è tornare a casa ogni sera e trovare l’unica persona che è in grado di azzerare il mondo. E ora che l’ho trovata che faccio, parto? Sarei un coglione. Sarei però altrettanto coglione a rifiutare questo incarico. L’ho sempre desiderato e mi sono fatto il culo quadrato per anni al fine di ottenerlo. Peccato che sia arrivato nel momento sbagliato. Non so davvero che fare e non so assolutamente come affrontare l’argomento con lei. Non voglio sbagliare e non voglio ferirla. Credo però che sia impossibile. La vita è fatta di scelte. Se potessi la porterei via con me, ma so che si tratta di qualcosa di assolutamente egoistico ed impossibile. Lei qui ha la sua vita ed un lavoro, chiederle di seguirmi, dopo così poco tempo, sarebbe una follia.
Le ragazze si allontanano e rimango faccia a faccia con lei. A differenza di quel che penso Aisha tace e non mi guarda negli occhi. È chiaramente incazzata. Provo a rimediare, faccio per prenderle la mano ma lei la scosta.
“Ehi… scusami se non sono stato di compagnia, ma ho avuto una giornata davvero tosta.”
“Avresti fatto meglio a non venire se eri così stanco. Ci tenevo molto a questa presentazione.”
D’istinto sbatto il pugno sul tavolo, sono nervoso da morire. Lei ha perfettamente ragione. L’ho sicuramente delusa. Dovrei dirle tutto ma questa non è di certo la situazione adatta e finché non mi sarò fatto un’idea più chiara sul da farsi, è meglio che me ne stia in silenzio.
“Hai ragione, scusami davvero. Spero che ci sarà modo di rifarmi. Ora è solo meglio che me ne vada a casa.”
“Non esistono seconde prime impressioni. Comunque sì, meglio che tu vada per stasera.”
Si alza prende la giacca e la borsa e va verso la cassa per pagare. Mi sembra di impazzire. La osservo allontanarsi e inevitabilmente penso a come potrebbe essere perderla.
Ho cercato per molto tempo una donna con le sue caratteristiche, ha tutto ciò che più mi piace. É fatta per stare al mio fianco. L’incastro perfetto. Il mio essere sempre misurato e composto, viene contrastato alla perfezione dalla sua sana follia, la mia precisione maniacale trova respiro nella suo essere così sbadata e tra le nuvole. Lei è istinto ed io sono testa. Abbiamo una concezione d’amore così simile, da poter pensare insieme alla realizzazione del sogno di un amore folle e senza fine. Come posso lasciarmela scappare? Come posso distaccarmi da lei, nell’esatto momento in cui ogni singolo istante insieme è prezioso e andrebbe vissuto a pieno? Non lo so cazzo, non lo so. Ho paura di parlarne con lei, magari la prenderebbe subito male o magari mi spingerebbe ad accettare il lavoro. Non so cosa potrebbe essere peggio. Non so se vorrei sentirle dire “Resta.” o “Vai.” Per oggi basta però, ho già fatto abbastanza danni. Devo solo tornarmene a casa e riordinare le idee. Nell’arco del week-end devo venirne a capo e prendere una decisione, ma prima di ogni altra cosa, devo trovare il coraggio di parlarne con lei. La raggiungo al bancone, dove arrivano subito anche le altre.
“Ragazze io vado. Perdonatemi se non sono stato troppo di compagnia, spero che avremmo modo di rifarci presto. Buona serata!”
Chiara: “Ciao Lorenzo.”
Alice: “Ciao piacere nostro!”
Manca solo il suo saluto. Sostenere il suo sguardo palesemente deluso e incazzato non è facile, non so che dirle. Scelgo di evitare le parole. Mi avvicino alla sua guancia, le do un bacio e le dico qualcosa all’orecchio sottovoce:
“Scusami davvero. Ti chiamo domani.”
Lei si limita ad un piccolo cenno affermativo con il capo. Usciamo tutti dal locale, loro si dirigono a destra verso la loro auto e io a sinistra verso la mia. Salgo in macchina e vengo assalito da uno stato di profonda inquietudine. Quella sensazione mentale e fisica che si ha, quando c’è qualcosa che non va. Non sarei dovuto venire stasera. Per cercare di farla contenta, ho combinato un guaio ancora peggiore, ma non riesco proprio a dirle di no. Speriamo che le sue amiche ora non pensino troppo male di me e speriamo non cerchino di rallegrarle la serata con qualche calice di troppo. Non vorrei mai che incorresse in qualcuno dei suoi pretendenti. Sono follemente geloso di lei, la sento mia. Tiro un gran pugno al volante e guido verso casa. Nella mia testa tutto e niente.