33) Fuori uno. Fuori due. Fuori tre.

Sento addosso un grandissimo senso di vuoto. Conosco Mister X da pochissimo e razionalmente so bene che potrei fare a meno di lui. Ho vissuto senza di lui fino a poco tempo fa, cosa mai potrebbe cambiare se d’ora in poi non lo vedessi più? L’analisi razionale non fa una piega ma il sapore amaro in rimane. Forse perché non è uno qualunque. Sarà perché avevo intravisto in lui, fin da subito una sorta di svolta. Un ragazzo finalmente diverso, un uomo, in grado di darmi ciò che avevo sempre cercato. Stabilità, sana follia, equilibrio e dolcezza. Dei bellissimi presupposti per poter costruire un amore. Sembrava quello giusto per me. Mi sono sentita diversa da subito nel rapportarmi con lui. Un rapporto sincero e alla pari. Dove nessuno scappa o si nasconde. Tutti e due pronti a mettersi in gioco e a tirar fuori tutto, anche i sentimenti più intimi. Mi piaci, ti piaccio: si fa sul serio. É stato così da subito. Se ripenso anche al nostro piccolo litigio, per la sua fuga in Spagna, in realtà ora anche quello mi sembra aver avuto un senso. Ci siamo affrontati e scontrati e nel confronto abbiamo trovato un punto d’incontro. Credo che il nostro sia stato un rapportarsi in modo totalmente maturo, qualità che fino ad ora, non avevo mai riscontrato in un uomo. Forse ho dato per scontato che tutte queste cose fossero normali e naturali, quando in realtà, se mi fermo qualche istante a pensare, si tratta di qualcosa di raro e assolutamente autentico. Non posso credere di essermelo fatta scappare. Non mi sono concentrata abbastanza su di lui. Mi sento sciocca, ripensando anche al bacio, dato con estrema leggerezza a Xavier, e al vanitoso piacere che provo nel ricevere le sue attenzioni. Ma ancora più stupida, se ripenso a tutte le fantasie su Marco e alla paura di lasciarlo andare definitivamente. Sono tutte cose effimere. Niente di tutto ciò mi rende realmente felice. A cosa mi potranno mai servire tutte queste cose, se mi lascio scappare dalle mani, qualcosa di così raro? Me ne sono accorta troppo tardi. Quando non si fa fatica ad ottenere le cose, è difficile apprezzarle per davvero. Ho fatto il tremendo errore di dare per scontata la presenza di Lorenzo. Et voilà! Lui mi ha mandata a quel paese. Complimenti a me!

Le sue parole: “Chiarisciti le idee ma fallo senza di me.” risuonano nella testa, come un disco rotto, ancora, ancora e ancora. Forse però questa volta devo dargli ascolto per davvero. Devo prendermi del tempo per riflettere. Cos’è che voglio veramente? Se continuo a correre senza sosta, non avrò mai il tempo di capire bene determinate cose.

STOP, PAUSA.

L’Aisha di sempre correrebbe dai lui e si attaccherebbe al campanello di casa sua, fino a farsi aprire la porta ma oggi no. Oggi cambio modo d’agire. Accantono l’istinto per qualche istante e uso la testa. Stacco tutto e a costo di mordermi la lingua, rispetterò il suo volere. Cercarlo, ora come ora, non avrebbe senso. É il caso che cerchi di ritrovare me stessa. Peccato che non so proprio da dove partire. La vita frenetica, non lascia mai troppo tempo per le riflessioni, o meglio fornisce una grande e valida scusa, per non affrontarle troppo seriamente. Credo sia la volta buona per maturare un pochino. Prenderò del tempo, per capire davvero ciò che voglio.

Liquido la chat con Marco, scrivendogli che sono molto stanca e che sto per andare a letto.

Fuori uno.

Per quanto riguarda Xavier, sono abbastanza tranquilla, sono certa che potrò spiegargli il mio comportamento di stasera, non appena avremo modo di incontrarci.

Fuori due.

Non cercherò Lorenzo, per quanto mi costi caro, fino a quando non avrò le idee chiare.

Fuori tre.

Rimango solo io. Spengo lo smartphone, riempio la vasca da bagno e mi immergo nell’acqua bollente. Faccio un bagno lungo e rilassante, con la sola volontà di non pensare a nulla. Non ci avrei scommesso una lira, ma sembra funzionare. Ne esco stupita e profondamente rilassata. Wow! Ora ci vuole una bella dormita, con la speranza di dimenticare tutti i pensieri, almeno per una notte.

Il mattino arriva fin troppo velocemente, è di nuovo lunedì e si torna operativi. Mi vesto e mi infilo in auto: musica ad alto volume per caricarmi e sono pronta ad affrontare il turno. Oggi una collega ha il mio stesso orario, motivo per cui fortunatamente non rimarrò mai sola. Anna comincia a raccontarmi entusiasta del suo week-end. La ascolto volentieri. Chiede poi come sia andato il mio, cerco così di cavarmela con un ‘bene grazie’, dandole due dettagli in croce, giusto per non sembrare scortese ma la realtà è che non ho proprio voglia di parlarne. I clienti riempiono il tempo ed arriva così l’ora di pranzo. Prendo la borsa e vado verso il mio baretto di fiducia. Estraggo lo smartphone e rimango stupita: nessuna notifica, nessun messaggio, nessuno mi ha cercata. Non sono abituata a ciò. Normalmente trovo mille notifiche da far quasi fatica a leggere tutto con attenzione. Oggi no, niente. Va bene così, in fondo ieri mi son fatta terra bruciata attorno: sarò sembrata acida alle ragazze, Xavier sarà arrabbiatissimo, ho liquidato Marco e Lorenzo non mi cercherà ovviamente. Una vera e propria pausa, da tutto e da tutti. Pranzo sola soletta, torno in negozio e finisco il turno. Ho un senso di vuoto attorno ma sono troppo orgogliosa per ammettere quanto tutto ciò mi faccia stare male. Non sono abituata a stare da sola.

solitudine

Torno a casa e con la volontà di dare un tono a questa giornata. Invito mamma fuori per una pizza. Lei accetta felice. Andiamo nella pizzeria dove ero stata al primo appuntamento con Lorenzo. Il caso vuole che il cameriere ci faccia sedere al tavolo vicino quello dell’appuntamento con Mister X. Osservo quel tavolino ancora vuoto con un po’ di malinconia. Cerco di non perdermi troppo nei ricordi. Sono una che memorizza molto i dettagli, motivo per cui ogni cosa ora è in grado di rievocarmi alla perfezione quella serata. La candela come centro tavola, che lui aveva fatto accendere, la forchetta incrociata con il coltello, che avevo fatto cadere e i grissini, che avevamo finito in due minuti. Avrei proprio voglia di scrivergli. Reset! Sono qui con mamma, pensiamo a questo. Chiacchieriamo a lungo delle cose più svariate, da ricette, a vestiti, a parenti, a capelli, fino a dedicare qualche parola anche a papà: domani è il grande giorno, lo incontrerò, ma finché non ce l’avrò davanti, non ci crederò per davvero. Ordiniamo il caffè e solo dopo qualche altro pettegolezzo decidiamo di far ritorno a casa. Mamma è alla guida e finalmente il mio smartphone vibra. Qualcuno mi sta cercando. Apro speranzosa la chat:

Xavier: – Ciao brutta antipatica! Non riesco a stare arrabbiato con te, sei a casa? Passo di lì? –

Il suo messaggio mi fa sorridere. Ammetto che non era chi speravo che fosse ma sono felice ugualmente. Gli rispondo che sto facendo ritorno a casa e che se vuole, può raggiungermi lì. Ho piacere di chiarire con lui. Sapevo che mi avrebbe capita. Mamma parcheggia l’auto ed entra in casa. Le spiego che mi tratterrò un po’ fuori per parlare con un amico, lei non fa una piega e mi dà la buonanotte. Vedo la macchina di Xavier già parcheggiata in fondo al vialetto, faccio per avvicinarmi e lui scende per venirmi incontro.

“Ciao stronzissima!”

Sorrido e spontaneamente gli rispondo:

“Scusami, ho esagerato. Ma tu potevi insistere meno, ti avrei aperto cavoli”

Ci punzecchiamo un po’ ma poi gli chiedo scusa. Lui mi abbraccia, dicendomi che sono una testona. Ha ragione. Ci sediamo sul tavolino fuori casa e lui mi spinge a spiegargli il motivo del mio nervosismo. Omettendo qualche particolare, riesco a sfogarmi.

“Questo Lorenzo te piace Aisha. Vedrai che se deve essere, sarà. Wow! Sono diventato bravo con i tempi verbali vero? Comunque ora lascia che gli passi. Siamo uomini e voi siete donne. É è così!”

Dirottiamo le chiacchiere su altri argomenti, fino a quando il suo smartphone, appoggiato sopra al tavolino, vibra. Ha ricevuto un messaggio. Involontariamente mi viene spontaneo di allungare lo sguardo, per vedere chi gli ha scritto. Il nome di Chiara appare nella chat e nell’anteprima del messaggio mi sembra di intravedere un cuoricino. Lui però è velocissimo ad appoggiare la mano sopra lo schermo per coprire il tutto. Tira istantaneamente a sé il telefono e risponde al messaggio. È chiaro che non vuole che veda. Cosa stanno combinando quei due? Lui è qui a chiarire con me e riceve dei cuoricini da Chiara. La cosa è strana. Provo a stuzzicarlo per capire qualcosina di più:

“Chi ti scrive a quest’ora?”

Lui alza gli occhi su di me e mi guarda storto:

“Perché me lo chiedi? Sei gelosa?”

“Assolutamente no! Sono donna, sono nata curiosa!”

Lui divaga, evitando di rispondere. Il fatto che non mi dica nulla, rende tutta la cosa ancora più sospetta. Oggi però non voglio farmi troppe domande. Devo cercare solo di capire me stessa e devo farlo in fretta. Questa situazione di limbo emotivo e sentimentale non mi piace.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

One Reply to “33) Fuori uno. Fuori due. Fuori tre.”

  1. Mi sono rimessa in pari con gli eventi…
    Vedo che Aisha si sta prendendo una pausa di riflessione!
    Una frase che mi é piaciuta molto é che spesso non diamo valore alle cose-
    persone che riusciamo ad avere troppo facilmente…l’attesa crea il desiderio ma può anche farci prendere lucciole x lanterne!

    La fretta

    "Mi piace"

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